Inflazione: a luglio il tasso si attesta al +7,9%, il carrello della spesa aumenta del +9,1%. Dati allarmanti, che comportano aggravi di 2.354 Euro annui a famiglia.

L’Istat rileva in termini tendenziali un lievissimo, quasi impercettibile, accenno di riduzione del tasso di inflazione a luglio, che si attesta al +7,9% dal +8% di giugno.

Un dato che rimane estremamente preoccupante, soprattutto se si considera che il tasso relativo al carrello della spesa cresce del +9,1%: il dato più elevato da settembre 1984.

Questo significa che le famiglie dovranno fare i conti con un aggravio di 2.354 Euro annui, di cui 509,60 Euro solo nel settore alimentare.

Aumenti rilevanti che colpiscono soprattutto le famiglie meno abbienti, aumentando ulteriormente disparità e disuguaglianze nel Paese.

I cittadini, infatti, stanno già operando tagli e rinunce, oltre che adottando importanti modifiche nelle proprie scelte di consumo.

Secondo le rilevazioni aggiornate dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, il termometro dei consumi segna forti squilibri:

  • diminuisce di oltre il 16% il consumo di carne e pesce (visti i forti rincari in parte motivati dai maggiori costi sostenuti per l’allevamento e per la pesca), quando si acquistano tali prodotti si opta per tagli e specie meno pregiate;
  • si scelgono verdure e ortaggi più convenienti, si ricorre alle offerte e ai banchi “last minute” con i prodotti più vicini alla scadenza;
  • si evita sempre più spesso di mangiare fuori casa;
  • per quanto riguarda i trasporti, visti i costi esorbitanti dei carburanti, i cittadini (nonostante l’impennata di contagi da Covid-19), utilizzano molto di più i mezzi pubblici, andando ad incidere negativamente sulla qualità del servizio già in molti casi estremamente carente;
  • in tema di vacanze, le famiglie che possono concedersi il lusso di partire optano per soluzioni low cost (cercando ospitalità presso amici e parenti o prenotando fuori stagione) o riducono la durata del proprio soggiorno;
  • diminuiscono le spese per la cura della persona (i cui prodotti segnano marcati rincari): si cercano sempre di più soluzioni fai da te o si ricorre a prodotti più economici;
  • sono in forte riduzione anche le spese per la salute: si tagliano le visite specialistiche non urgenti, le cure odontoiatriche, ma soprattutto si taglia sulla prevenzione.

“Il Governo è chiamato a intervenire con urgenza per far fronte a questa situazione, che mette in difficoltà, ogni giorno di più, le famiglie e l’intero sistema economico. È indispensabile adottare misure di sostegno dei redditi operando, da un lato, una riforma delle aliquote IVA e delle accise e oneri generali di sistema in bolletta, dall’altro, una riduzione del cuneo fiscale sulle retribuzioni, insieme ad un potenziamento degli interventi sociali, dall’ampliamento delle soglie Isee di accesso alle prestazioni fino all’incremento del loro valore economico.” – afferma Michele Carrus, Presidente di Federconsumatori.

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