Olio di palma: troppi rischi per la salute, specialmente dei giovani consumatori. Urgono provvedimenti concreti per vietarne l’utilizzo.

Dopo anni di inchieste, approfondimenti e sospetti, è arrivata l’autorevole conferma dell’Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza alimentare), l’olio di palma fa male. Il verdetto, dopo uno studio decennale sugli effetti nocivi di questo grasso tropicale, è inequivocabile: l’olio di palma contiene tre sostanze tossiche, una delle quali classificata come cancerogena, il glicidiolo (GE).

I prodotti alimentari coinvolti sono moltissimi e sono distribuiti in tutto il mondo interessando ogni fascia d’età, ma in maniera particolare bambini ed adolescenti. Il palma, infatti, è notoriamente utilizzato nella produzione di snack, merendine, prodotti da forno, dolci e torte.

Dalle 160 pagine del dossier dell’Autorità emerge come i tre contaminanti si formino nei processi di raffinazione ad alte temperature di oli vegetali, che raggiungono i 200° C. Il problema riguarda anche altri oli vegetali e margarine, ma in maniera molto meno incisiva. L’olio di palma contiene tali sostanze da 6 a 10 volte di più.

In Italia il consumo del grasso vegetale è elevatissimo, visto il largo impiego che ne viene fatto dalle grandi produzioni alimentari; con un consumo pro-capite record di 12 grammi al giorno, secondo alcune stime.

Chiediamo provvedimenti seri ed immediati da parte delle autorità competenti per tutelare la salute dei consumatori, specialmente dei più giovani, più vulnerabili e maggiormente inclini al consumo degli alimenti sotto accusa. Azioni immediate volte a porre definitivamente l’olio di palma fuori dalle nostre tavole.

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