Acque con pesticidi: in Italia il 64% sono contaminate. Necessari maggiori controlli e provvedimenti immediati per regolare l’utilizzo di diserbanti, fungicidi e insetticidi. A partire dal NO al rinnovo delle autorizzazioni per l’utilizzo del glifosato.
Intollerabile la situazione delineata dal rapporto Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), che riporta livelli di contaminazione inediti. La presenza dei pesticidi riguarda il 63,9% dei laghi e dei fiumi italiani e più di un terzo delle falde acquifere, anche profonde, con un aumento del +20% nelle acque superficiali e +10% in quelle sotterranee.
Ad aumentare, secondo lo studio, non è solo la il livello di contaminazione, ma anche la quantità di sostanze trovate. Il rapporto, che prende in considerazione il biennio 2013-2014, indica 365 sostanze rilevate nei 3747 punti di campionamento (nel 2012 erano 335), tra erbicidi, fungicidi e insetticidi.
La situazione è allarmante perché tali livelli di inquinamento comportano necessariamente azioni di abbattimento e depurazione per poter immettere nei rubinetti delle case italiane acqua a norma di legge, contrastando peraltro con il principio fondamentale alla base della Direttiva Quadro sulle Acque (la 60 del 2000), che dice che bisogna prevenire il ricorso all’abbattimento.
Chiediamo un’immediata azione da parte delle autorità competenti per mettere fine a questa situazione di emergenza fatta norma, dove la depurazione è divenuta la soluzione rispetto a un problema di inquinamento dilagante. Sono necessari, allora, maggiori controlli e provvedimenti immediati per regolare l’utilizzo di diserbanti, fungicidi e insetticidi, evitando l’inquinamento anziché ricorrere all’abbattimento.
Una nota particolare merita la questione del glifosato: si tratta del pesticida più diffuso al mondo. Secondo lo Iarc (agenzia dell’OMS) il glifosato è classificato come “possibile cancerogeno per l’uomo”.
Dalla ricerca dell’Ispra sulle acque superficiali emerge che il glifosato è il principale responsabile delle contaminazioni, attestandosi come il pesticida più presente nelle acque di superficie in Italia.
La commissione Europea, proprio a maggio, è chiamata a decidere se rinnovare o meno per altri 10 anni l’autorizzazione all’utilizzo di tale pesticida. Ci appelliamo al Governo ed alla Commissione affinché, nel rispetto del principio di precauzione e vista la pericolosità di tale sostanza, si rinunci categoricamente a rinnovare le autorizzazioni, vietando l’utilizzo del glifosato nell’ottica di garantire la salute e la sicurezza dei cittadini europei.