Salute

Da una prima analisi sul capitolo sanità del Contratto di Governo tra Movimento 5 Stelle e Lega emergono forti criticità, tante buone intenzioni, ma nessuna soluzione o strategia per raggiungere gli obiettivi indicati. Senza dubbio l’elemento che desta maggiore preoccupazione è l’annunciata riforma fiscale, contenente la Flat Tax: è evidente che un minor gettito fiscale, specialmente da parte dei cittadini più abbienti, metterebbe a rischio l’intero sistema di welfare del nostro Paese.

Considerato che il bilancio della sanità, con 115 miliardi di euro annui, rappresenta una delle principali voci di spesa pubblica appare assolutamente irrealistico come possa passare indenne dal taglio importante delle entrate. Tutto ciò porterà ad una pericolosa deriva verso la sanità privata, attraverso una spesa out of pocket o attraverso il dilagare di forme assicurative, favorendo ancora una volta le famiglie con i redditi più elevati, che potranno permettersi di curarsi di tasca propria.

Il contratto tocca molti punti che sono stati spesso oggetto di dibattito in tema di sanità, a partire dal rapporto tra politica e sanità, dall’obiettivo di una maggiore integrazione tra politiche sanitarie e sociali, dalla questione della partecipazione e dell’empowerment, senza però individuare nessuna soluzione, neppure accennata. Manca qualsiasi riferimento alla condizione della sanità del Meridione che rappresenta la vera emergenza della sanità italiana. Il Contratto, al contrario, esalta il processo di devoluzione e di crescente autonomia territoriale facendo presagire un accrescersi del dualismo.

Sul tema della compartecipazione alla spesa sanitaria dei cittadini il Contratto è quanto mai vago, si limita ad indicare la necessità di ridurre la minimo la compartecipazione. Anche in questo caso non ci sono impegni precisi, nemmeno l’eliminazione del super ticket.

Altri temi richiamati in modo generico nel contratto come la riduzione delle liste d’attesa, la formazione e l’assunzione di nuovi medici (gli infermieri no?) sono condivisibili ma aspettiamo di vedere come si tradurranno in pratica.

Infine, sul nodo dei vaccini il documento indica la volontà di una revisione della recente normativa che ne ha stabilito l’obbligatorietà, ma senza supportarla con dei dati e delle evidenze scientifiche. Federconsumatori ritiene, al contrario, che le nuove norme abbiano funzionato e sarebbe un grave errore riaprire il capitolo facendo marcia indietro e mettendo a rischio la salute di tutti i cittadini.

Se veramente si vuole garantire una sanità inclusiva e dallo spiccato carattere universalistico è ora di rimettere al centro dell’azione di Governo il diritto alla salute per tutti, evitando la politica dei tagli che ne mineranno ulteriormente la qualità e l’efficacia.

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