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I seminari proposti rientrano nel progetto “sportello sovraindebitamento” approvato con D.D.R. 13511/23 con il contributo di Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e Regione Toscana.
Venerdì 26 gennaio 2024 alle ore 17.00, presso la sala Soci Coop.fi Firenze in Piazza Leopoldo 6H si terrà un nuovo appuntamento dell’iniziativa “Il percorso della salute” .
Il tema dell’incontro sarà “Più integrazione fra ospedale e territorio”, l’introduzione sarà a cura di Daniela Matarrese, Direttrice AOU (Azienda Ospedaliera Universitaria) Careggi, interverranno, inoltre, i professionisti dell’AOU Careggi e i responsabili di MMG (Medici di Medicina Generale) del territorio.
Federconsumatori e Adoc condividono le motivazioni dello sciopero indetto da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e per questo scenderanno in piazza assieme a loro il 22 dicembre prossimo, per sollecitare condizioni di lavoro più eque e sostenibili per i lavoratori del terziario.
Sono oltre 5 milioni le lavoratrici e i lavoratori in attesa, da troppo tempo, dei rinnovi dei contratti nazionali: mentre i costi dell’energia hanno toccato picchi elevatissimi e, in generale, il costo della vita è divenuto insostenibile per molte famiglie, non è più possibile assistere in silenzio a questo progressivo impoverimento e all’avanzare del fenomeno del lavoro povero.
Un continuo procrastinare dei negoziati e delle trattative per il rinnovo che risulta del tutto inspiegabile e intollerabile, soprattutto ora che i settori del terziario e del turismo registrano una ripresa e un aumento dei fatturati. Sostenere e incrementare il potere d’acquisto delle famiglie consumatrici attraverso adeguate politiche salariali è perciò diventato doveroso. Combattere il caro vita attraverso un aumento salariale e pensionistico è imprescindibile per far recuperare il potere di acquisto ai consumatori e per una ripresa dei consumi interni. Inoltre, non solo questo ci avvicinerebbe al resto d’Europa, dove nessun Paese ha conosciuto l’impoverimento che ha caratterizzato il mondo del lavoro italiano negli ultimi anni, ma sosterrebbe anche il rilancio dell’economia e del mercato interno e porterebbe un migliore equilibrio tra domanda e offerta, con effetti positivi sulla dinamica dei prezzi al consumo.
Anche il Governo, che dichiara di voler fare del sostegno agli italiani una delle sue bandiere, dovrebbe prestare attenzione a questo vero e proprio allarme sociale. Basta guardare ai dati, uno su tutti quello relativo alla ripresa del settore turistico, che vede sì una crescita delle presenze tra gennaio e agosto, ma soprattutto di quelle straniere, che segnano un +10% rispetto al 2022, mentre i flussi domestici segnano un -2%. Segnale evidente che sempre più italiani non possono permettersi le vacanze, nemmeno senza varcare la frontiera.
Per invertire questa tendenza, per far sì che non aumentino ulteriormente le disparità nel nostro Paese e tra il nostro Paese e gli altri più avanzati, è necessario dare una risposta, ora, ai lavoratori, alle famiglie e ai consumatori.
La denuncia di UDU e Federconsumatori.
occasione delle vacanze di Natale, moltissimi studenti fuorisede rientrano alla propria residenza. Per viaggiare, però, devono affrontare costi esorbitanti: l’Unione degli Universitari e Federconsumatori hanno fatto i conti, verificando i costi di una cinquantina di tratte ferroviarie e aeree.
“Secondo i dati raccolti” spiega Camilla Piredda, Coordinatrice dell’Unione degli Universitari “uno studente fuorisede che in questi giorni acquista il biglietto per una tratta di media-lunga percorrenza, spende indicativamente 108€ per tornare alla propria abitazione. Si tratta ovviamente di una cifra molto variabile, che cresce molto per i voli verso la Sicilia o la Sardegna. Ad esempio, è ormai impossibile trovare un volo tra Torino e Palermo a meno di 169€. I voli tra Milano e Palermo hanno addirittura sfondato quota 400€, mentre svariati voli tra Roma e Catania ormai costano 300€ a tratta”.
“Chi ha prenotato con anticipo” specifica Michele Carrus, Presidente di Federconsumatori “ha potuto usufruire di tariffe più vantaggiose, essendo possibile trovare un biglietto che costa dai 19€ ai 120€. Prenotando per tempo è possibile accedere più facilmente a biglietti in promozione, ma nel periodo natalizio questi finiscono velocemente, anche perché in queste occasioni la disponibilità di mezzi risulta spesso inadeguata al volume della domanda… ecco perché crescono così tanto i prezzi. L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha stimato dei rincari annuali notevoli e preoccupanti. Le differenze di costo ammontano, mediamente, sulle tratte considerate, al +33% per viaggiare in bus o aereo durante le festività, +20% per chi sceglie il treno, con picchi importanti di aumento specialmente per le tratte che si dirigono verso il Sud.
Abbiamo denunciato questi aumenti anomali all’Antitrust e all’ART, chiedendo di esaminare e sanzionare eventuali abusi che, ogni anno in questo periodo, siamo costretti a denunciare.”
“Questi importi” conclude Piredda “sono esorbitanti, alcuni studenti devono addirittura rinunciare di tornare a casa per via dei costi. Anche perché, ovviamente, bisogna considerare ugualmente il viaggio di ritorno, portando la spesa complessiva a circa 200€. Calcolando invece tutto l’anno, abbiamo stimato come un universitario fuorisede spenda in media 600€. Purtroppo, lo Stato non prevede alcun aiuto specifico se non la borsa di studio, che comunque resta insufficiente per coprire tutte le spese connesse allo studio fuorisede, incluso l’affitto che rappresenta la spesa maggiormente onerosa. Garantire il diritto allo studio, significa anche garantire la possibilità agli studenti di tornare a casa”.
Preoccupazione per i rincari sul fronte dell’energia dovuti al passaggio al mercato libero del gas.
Prosegue il rallentamento dell’inflazione che, a novembre, secondo i dati odierni diffusi dall’Istat si attesta allo 0,7% su base annua. Una frenata dovuta soprattutto al rallentamento dei prezzi dei beni energetici, nonché, anche se in misura minore, dei prodotti alimentari e per la cura della persona. Il tasso relativo al carrello della spesa, anch’esso in frenata, si attesta al +5,4%.
Come ripetiamo da tempo, si tratta di dati che vanno contestualizzati e trattati con cautela: bisogna considerare, infatti, che il confronto avviene rispetto a un periodo (nel 2022) in cui il tasso di inflazione si attestava su livelli record, con picchi di oltre il 12%.
La frenata dell’inflazione non si traduce affatto, purtroppo, in una diminuzione dei prezzi, ma solo in una crescita più lenta. L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha calcolato che con il tasso di inflazione a questi livelli gli aggravi per le famiglie ammontano a +220,50 euro annui.
Una situazione che sarà aggravata dai rincari sul fronte dell’energia: il nostro osservatorio ha infatti calcolato che, da gennaio, con il passaggio al mercato libero, molte famiglie dovranno fare i conti con ulteriori aumenti. Dai dati raccolti emerge, infatti, che pre il gas in nessun caso il mercato libero con offerte a prezzo fisso è più conveniente rispetto al mercato tutelato. Anzi, mediamente risulta più caro del +49%, con un picco del 128%. Non va meglio nel caso delle offerte a prezzo variabile sul mercato fisso, che mediamente costano l’11% in più rispetto al mercato tutelato. Dati che dimostrano quanto sia rischioso e controproducente, in questa fase, attuare tale passaggio.
Oltre a chiedere al Governo di riflettere sull’opportunità di procedere in questa direzione, creando malcontento e penalizzando i cittadini, lo invitiamo a non smantellare le tutele adottate a loro vantaggio per contrastare il caro-vita: sarebbe prematuro e poco lungimirante. Servono, invece, degli sforzi ulteriori, per dare respiro alle famiglie e nuova spinta alla domanda interna:
Le risorse per avviare queste misure fondamentali vanno ricercate attraverso: una seria azione di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale; nell’introduzione di una tassazione strutturale progressiva sugli extraprofitti delle imprese (non solo energetiche); nell’incremento di forme di tassazione sulle transazioni finanziarie.
I dati di una indagine civica presentati oggi a Napoli da Adiconsum, Adoc, Altroconsumo, Cittadinanzattiva, Federconsumatori e U.Di.Con.
Il 5G è una tecnologia che apre a nuove prospettive e opportunità, soprattutto in termini di sviluppo e riduzione delle disuguaglianze; allo stesso tempo, genera ancora alcune diffidenze e perplessità da parte dei cittadini che chiedono, quindi, informazioni corrette e autorevoli. La maggior parte delle persone intervistate delle regioni del meridione non ha conoscenze specifiche sulla tecnologia e sui dispositivi 5G: il 50% circa ne ha una conoscenza minima o nulla, dato leggermente più positivo rispetto al livello nazionale (56%). Maggiore è la fascia d’età, minore è la conoscenza. Si tratta infatti di una tecnologia ancora poco diffusa, soprattutto tra gli anziani. Solo il 21,2% dei rispondenti delle regioni meridionali utilizza al momento una connessione mobile 5G. Si nota un maggior utilizzo nei più giovani, nei soggetti con un titolo di studio più elevato e nei nuclei familiari con minori. A proposito, invece, di sicurezza informatica, informazione e diritti dei consumatori, solo il 15% degli intervistati delle aree meridionali si dichiara preoccupato per i possibili effetti sulla salute, mentre il 34% – soprattutto tra quanti hanno una conoscenza minima o nulla del 5G la cui fonte di informazione principale è caratterizzata dai canali social e dalla tv – dichiara di condividere almeno una delle false informazioni che nel corso degli anni hanno trovato diffusione su alcuni canali di comunicazione, a proposito del 5g (“provoca tumori”, “facilita lo spionaggio dei dati”, “non favorisce lo sviluppo dell’economia e del lavoro”).
Sono questi alcuni dei dati che emergono da un’Indagine sul livello di conoscenza che i cittadini delle aree meridionali rispetto alla tecnologia 5G – realizzata dalle Associazioni dei consumatori (Adiconsum, Adoc, Altroconsumo, Cittadinanzattiva, Federconsumatori e U.Di.Con) con il sostegno non condizionante di WINDTRE – e presentata oggi presso la Città della Scienza di Napoli. Dal focus emerge anche che il 57,5% di chi non utilizza il 5G dichiara di non avere ancora un cellulare idoneo, mentre oltre il 28% non ne conosce i vantaggi o non è interessato. Il fattore economico ha un peso leggermente maggiore nelle aree del Sud Italia (14,4%) rispetto al dato nazionale (10,7%). Circa un quarto dei rispondenti delle Regioni meridionali che attualmente non usa ancora il 5G ha dichiarato la volontà di volervi passare a breve (24,3%), dato che supera quello nazionale che si attesta sul 18%. Il 50,6% afferma che lo farà nel lungo periodo, con l’obiettivo di acquisire maggiori informazioni e verificare gli sviluppi futuri della tecnologia, mentre il restante 25,1% non ha nessuna volontà in proposito. Si evidenzia, infine, che il 40,7% di chi non la utilizza, non sa se tale tecnologia sia disponibile o meno nella propria città e il 21,8% sostiene di no. Le risposte negative superano di 7 punti percentuali il dato nazionale (15,4%).
L’analisi dei dati rivela che il livello d’istruzione incide sul tasso di conoscenza del 5G: infatti il 59,4% dei rispondenti laureati indica una conoscenza medio/alta a fronte del 43,8% dei rispondenti in possesso di un diploma o licenza media. La principale fonte di informazione sulla tecnologia per i rispondenti del Sud Italia è rappresentata dai canali social (37,5%) e dagli articoli di approfondimento (36,9%), classifica che si inverte rispetto alle risposte a livello nazionale. Il dato però cambia se si tiene conto del livello di conoscenza che si ha dell’argomento: nei casi in cui è di livello medio/alto, le principali fonti di informazioni sono gli articoli di approfondimento (circa 54%). Diversamente, chi invece ha una conoscenza minima o nulla, indica come fonte principale il la TV (38,8%) e il passaparola di amici e conoscenti (35,5%). Ecco perché tra l’82,9% dei rispondenti delle aree meridionali si evidenzia la necessità di ricevere informazioni più concrete, affidabili e dettagliate sul 5G, soprattutto in relazione alla salute, alla tutela della privacy e alla cyber security. Inoltre, circa il 55% ritiene che tali informazioni dovrebbero provenire dalle associazioni dei consumatori.
Circa il 74% dei rispondenti delle aree del Sud ritiene la diffusione del 5G utile o importante, in misura maggiore per chi ha un titolo di studio più alto, dato lievemente superiore rispetto a quello nazionale (circa 70%). A proposito dei vantaggi che la diffusione della connessione 5G potrebbe portare, gli intervistati delle aree del Sud Italia indicano principalmente il miglioramento delle performance delle comunicazioni telefoniche e delle connessioni internet (78,6%), lo sviluppo di innovazioni tecnologiche (46%) in termini di robotica e di organizzazione delle città verso il modello Smart City. Inoltre, gli utenti credono che la tecnologia 5G possa determinare progressi in altri settori, come la formazione, la sanità, l’economia e i trasporti. Per il 65% dei rispondenti, 7 punti percentuali in più sul dato nazionale, lo sviluppo del 5G e dei servizi associati rappresenta anche un’opportunità in termini di riduzione delle disuguaglianze sociali.
Alla presentazione dei dati hanno preso parte le associazioni che hanno realizzato l’indagine (Adiconsum, Adoc, Altroconsumo, Cittadinanzattiva, Federconsumatori e Udicon) e ne hanno discusso con Nicola Pasquino, Professore di misure elettriche ed elettroniche dell’Università degli studi di Napoli Federico II, Livio Gigliuto, Presidente esecutivo Istituto Piepoli e Giovanni Santella, Vice Segretario generale, Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
L’indagine e maggiori informazioni sul progetto sono disponibili a questa pagina
Boom di regali alimentari e sostenibili.
Con l’avvicinarsi delle festività natalizie l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, come ogni anno, ha aggiornato il monitoraggio dei costi dei prodotti tipici di questa festa: dai regali agli addobbi, dagli alberi di Natale alle pietanze più tradizionali.
Dall’indagine emerge un aumento medio dei prezzi del 10,2% rispetto al 2022. A registrare i rincari più elevati sono gli addobbi natalizi (+19%), i regali di ultima generazione (+14%) e i prodotti alimentari (+12%).
Nonostante tali rincari e malgrado molte famiglie si trovino ancora in situazioni di difficoltà economica, gli italiani non rinunceranno del tutto ai regali di Natale, specialmente quelli per i più piccoli.
Secondo le prime stime effettuate dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, la spesa media a persona, tra chi effettuerà acquisti, sarà di 169,00 euro (dato pressoché invariato rispetto allo scorso anno).
Circa il 68% di chi ha effettuato acquisti in occasione del Black Friday lo ha fatto anticipando lo shopping natalizio e approfittando degli sconti, specialmente per i regali più costosi. Canale preferenziale per acquistare i regali è l’e-commerce, privilegiato dal 72% degli acquirenti più giovani, seguito dai negozi della propria città.
È interessante notare, però, che rispetto al 2022 la percentuale di cittadini che non farà alcun regalo cresce al +7,2%.
Le parole d’ordine per i regali 2023 sono la sostenibilità e l’utilità. Risultano molto gettonati i regali food: miele, vini, formaggi, prodotti tipici e creazioni culinarie home made (marmellate, biscotti, liquori aromatizzati, ecc.), ma anche corsi di cucina, percorsi degustazione e kit per cene all’altezza di ristoranti stellati. Questo tipo di doni conoscerà una crescita del +9% rispetto al 2022, anno in cui erano già in forte aumento. Per i regali nel settore alimentare si privilegeranno gli acquisti presso negozi di vicinato o punti vendita che commercializzano prodotti tipici e a km0.
Molto apprezzati anche i regali prodotti rispettando l’ambiente o realizzati con materiali riciclati.
Mercoledì 13 dicembre 2023, alle ore 16.00 si terrà , presso la Sala Soci Coop.fi in Piazza Martin Luther King 5-6, a Borgo San Lorenzo, l’incontro “Caro Energia e fine del mercato tutelato”.
L’incontro intende esporre agli utenti le novità, relative alla fine del mercato tutelato nella fornitura di energia elettrica e gas per i clienti domestici a partire gennaio 2024, intende inoltre fornire indicazioni su come gestire i nuovi cambiamenti e presentare gli strumenti telematici messi a disposizione dall’ARERA come il “portale consumi” e il “portale offerte”.
L’incontro fa parte dell’iniziativa Digitalmentis finanziata dal Fondo MIMIT per i consumatori – anno 2022
Tra le mete preferite le città d’arte e la montagna.
L’O.N.F – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha condotto un’indagine sulle partenze per il ponte dell’Immacolata. Secondo le prime stime circa 8,52 milioni di Italiani hanno deciso di partire per il ponte dell’8 dicembre, per trascorrere un weekend lungo lontano da casa.
Tra chi si appresta alla partenza. Oltre il 94% resterà in Italia e oltre il 39% approfitterà di tale occasione per visitare amici o parenti, usufruendo anche della loro ospitalità. Seppure la voglia di evasione sia tanta, infatti, rimane sempre elevato il livello di attenzione rivolto al risparmio, a maggior ragione alla luce degli aumenti dei prezzi e in vista delle spese per le imminenti festività natalizie.
Quest’anno, le mete più ambite si confermano le città d’arte, seguite dalle località montane.
Federconsumatori ha effettuato un’indagine sui costi medi che gli italiani dovranno sostenere per godersi il weekend di vacanza: nel caso in cui si decida di andare in montagna, le spese da sostenere ammontano in media 1.264,64 euro a persona (+12% rispetto al 2022) e comprendono il noleggio dell’attrezzatura da sci, l’alloggio, gli skipass e i pasti al ristorante (Tabella 1).
Chi intende visitare una città d’arte, invece, spenderà mediamente 662,88 euro a persona (+5%) considerando ristornati, alloggio, mezzi di trasporto e visite a musei, monumenti e mostre (Tabella 2).
Mediamente, nel 2022, le spese che gli italiani dovranno sostenere per questo weekend sono aumentate di oltre l’8,5% rispetto al 2022.
Di seguito le tabelle con i costi in dettaglio.
Tabella 1
MONTAGNA PONTE 8 DICEMBRE 2023 | 2022 | 2023 | Var.% | ||
NOLEGGIO AL GIORNO | |||||
SCI E RACCHETTE | 23,41 € | 25,50 € | 9% | ||
SCARPONI | 12,97 € | 14,00 € | 8% | ||
CASCO | 5,60 € | 6,50 € | 16% | ||
Totale | 41,98 € | 46,00 € | 10% | ||
TOTALE 4 GIORNI | 167,92 € | 184,00 € | 10% | ||
ALBERGO A PERSONA IN CAMERA DP/QUADRUPLA (3-4 STELLE) | |||||
A NOTTE | 111,24 € | 114,88 € | 3% | ||
TOTALE (3 NOTTI) A PERSONA | 333,72 € | 344,64 € | 3% | ||
SKI PASS | |||||
GIORNALIERI | 53,12 € | 67,00 € | 26% | ||
4 GIORNI | 212,48 € | 268,00 € | 26% | ||
RISTORANTE | |||||
PRANZO A PERSONA | 41,40 € | 44,60 € | 8% | ||
CENA A PERSONA | 49,56 € | 52,60 € | 6% | ||
totale 1 giorno | 90,96 € | 97,20 € | 7% | ||
totale 4 giorni | 363,84 € | 468,00 € | 29% | ||
TOTALE COMPLESSIVO A PERSONA | 1.125,98 € | 1.264,64 € | 12% | ||
Tabella 2
CITTÀ D’ARTE PONTE 8 DICEMBRE 2023 | MEDIA DEI PREZZI 2022 | MEDIA DEI PREZZI 2023 | Var. % | ||
ALBERGO A PERSONA IN CAMERA DP/QUADRUPLA (3-4 STELLE) | |||||
A NOTTE | 71,50 € | 77,90 € | 9% | ||
TOTALE (3 NOTTI) A PERSONA | 214,50 € | 233,70 € | 9% | ||
RISTORANTE | |||||
PRANZO A PERSONA | 38,41 € | 39,60 € | 3% | ||
CENA A PERSONA | 45,68 € | 47,50 € | 4% | ||
totale 1 giorno | 84,09 € | 87,10 € | 4% | ||
totale 4 giorni | 336,36 € | 348,40 € | 4% | ||
ATTRAZIONI | |||||
Museo | 16,00 € | 16,50 € | 3% | ||
Mostre | 17,00 € | 17,60 € | 4% | ||
Accesso a monumenti | 17,40 € | 17,50 € | 1% | ||
totale 4 giorni | 50,40 € | 51,60 € | 2% | ||
TARIFFE MEDIE NOLEGGIO MEZZI DI TRASPORTO PRIVATI 2H (auto e moto fino a 50 km) | |||||
CAR SHARING | 34,80 € | 35,40 € | 2% | ||
SCOOTER | 31,20 € | 31,20 € | 0% | ||
BICI | n.d. | 24,50 € | n.d. | ||
MONOPATTINO | 25,00 € | 25,60 € | 2% | ||
COSTO MEDIO NOLEGGIO MEZZI DI TRASPORTO | 30,33 € | 29,18 € | -4% | ||
TOTALE COMPLESSIVO A PERSONA | 631,59 € | 662,88 € | 5% | ||
Fonte: Elaborazione dati a cura dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori.
N.B. L’indagine prende in considerazione, per le mete in montagna, le principali località sciistiche di Trentino-Alto Adige (madonna di Campiglio, Corvara), Valle d’Aosta (La Thouille, Courmayer), Veneto (Cortina d’Ampezzo), Lombardia (Livigno) e nel centro Italia (Roccaraso, Ovindoli, Terminillo). Per le città d’arte sono stati monitorati i prezzi di: Roma, Firenze, Torino, Napoli e Palermo.