Maggiore informazione e assistenza per contrastare il cyberbullismo!

Comunicato Stampa, 9 febbraio 2016 – Federconsumatori e Adusbef.

Telecomunicazioni: Oggi è il Safer Internet Day.

Maggiore informazione e assistenza per contrastare il cyberbullismo.

 

E’ indetto per oggi il Safer Internet Day 2016, la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete istituita e promossa dalla Commissione Europea, giunta alla sua XIII edizione.

“Play your part for a better Internet!”, “Fai la tua parte per rendere internet migliore!”: È questo lo slogan per il #SID2016.

Una giornata in cui l’attenzione ricade soprattutto sui più giovani, sempre più vicini ed esposti alle nuove tecnologie.

Dalla ricerca affidata da Generazioni Connesse a Skuola.net ed all’Università di Firenze è emerso come i ragazzi siano online ben prima dei 14 anni. Il 17% dei ragazzi rimane connesso tra le 5 e le 10 ore al giorno. In questo tempo sono esposti a tutti i rischi che la rete comporta, spesso senza avere gli strumenti necessari per difendersi. Spesso nemmeno i genitori hanno la consapevolezza di cosa significa lasciare i propri figli davanti al computer, o comunque connessi, senza alcuna forma di educazione all’uso di tali strumenti e di controllo.

Tutto ciò consente e amplifica la diffusione del cyberbullismo: l’8% dei ragazzi ammette di aver intenzionalmente vessato un coetaneo. Si tratta di offese, violenze psicologiche, aggressioni verbali, insulti, nonché la rivelazione sul web di segreti personali. È un fenomeno in preoccupante aumento tra gli adolescenti, ma spesso ancora sottovalutato: l’indagine mostra come 1 ragazzo su 10 banalizzi il proprio comportamento considerandolo alla stregua di “un semplice scherzo”.

Oggi è l’occasione per dire no alle banalizzazioni, ma soprattutto alle vessazioni. Bisogna contrastare tale fenomeno con una corretta educazione a un uso consapevole del web; con la diffusione di nozioni e informazioni sulle potenzialità ma anche sui rischi della frequentazione della rete.

Tale operazione richiede strutture adeguate per fronteggiare i danni, soprattutto di carattere psicologico, che le vittime del bullismo e del cyberbullismo subiscono. Ma anche per affrontare i problemi dei ragazzi che si rendono responsabili di tali violenze. L’educazione e la formazione devono partire dalle famiglie, che devono essere in possesso dei necessari strumenti di conoscenza, di approfondimento, di tutela, nonché di vigilanza, per fare fronte in maniera adeguata a questa emergenza.

Sono da promuovere e implementare, in tal senso, le iniziative avviate dalla Polizia di Stato e da SOS Il Telefono Azzurro Onlus, a cui si affianca la nostra campagna di sensibilizzazione sull’argomento che ha avuto il patrocinio della Camera dei Deputati, che prevede l’assistenza gratuita, presso i nostri sportelli, per le vittime di cyberbullismo.

Ricordiamo, in tal senso, che sui nostri siti è disponibile una guida su cosa c’è da sapere e come difendersi da tali vessazioni.

Trasporti: come si risolve lo scandalo della Volkswagen? Ma aumentando la soglia del tetto delle polveri sottili!

Comunicato Stampa – 9 febbraio 2016

Assurdo, per non dire di peggio. Dopo lo scandalo del dieselgate, l’Europarlamento non ha trovato di meglio da fare che dare il via libera a nuove norme più permissive sulle famigerate polveri sottili.

Così, mentre in Italia si mettono in atto gli anacronistici ed inutili blocchi al traffico, dall’Europa arriva un messaggio preciso: largo alle polveri sottili. L’europarlamento ha votato a strettissima maggioranza nella giornata del 3 febbraio l’approvazione di una modifica del regolamento che stabilisce il tetto delle emissioni di NOX, gli ossidi di azoto che sono precursori delle polveri sottili. La dose ammessa per legge è stata raddoppiata. Le auto potranno inquinare per gli NOx il 110% in più di quello che era stabilito prima del famigerato dieselgate!

Largo, quindi, alle polveri sottili, quelle che corrodono i nostri polmoni, quelle che fanno scattare la febbre da smog contro la quale ci limitiamo a prendere l’aspirina dei blocchi del traffico.
Una volta scoppiato lo scandalo sono emersi i trucchi di serie, il fatto che i laboratori di omologazione dei nuovi modelli, finanziati dalle case automobilistiche, ricorrevano a ogni sorta di stratagemmi (gomme super gonfie, lubrificanti speciali, aerodinamica modificata) per far sì che dalle prove in questi ambienti ovattati, dalle caratteristiche lunari, emergessero dati ben lontani da quelli misurabili sulle strade terrestri. E naturalmente molto più confortanti.

Adesso che bisognava fare sul serio, con test veri che devono realmente dimostrare quanto inquina realmente ogni auto, guarda caso “cambiano le norme”. Il tetto si alza. Il regolamento europeo 715 del 2007 aveva stabilito che per i veicoli euro 6 il limite di emissione per gli ossidi di azoto (NOx) fosse di 80 milligrammi a chilometro. Il voto del Parlamento ha fatto passare la norma proposta dalla Commissione che alza i limiti per gli NOx del 110% nel periodo che va dal settembre 2017 al 31 dicembre 2018 e del 50% nel periodo successivo. Invece di respirare 80 milligrammi di NOX per ogni chilometro per ogni macchina in circolazione, l’anno prossimo ne respireremo 168.

Un provvedimento assurdo, che chiediamo di revocare immediatamente. Una volta tanto saremmo fieri se il nostro Paese decidesse si non recepire tale modifica e di distinguersi per una cultura dell’ambiente e della salute pubblica che, a quanto pare, nell’europarlamento ancora manca.

Disoccupazione: i numeri restano su livelli drammatici! Urgente e prioritario l’avvio di un Piano Straordinario per il Lavoro.

In lieve miglioramento, ma pur sempre drammatici i dati relativi alla disoccupazione a dicembre 2015.

Il tasso si attesta sull’11,4%, scende al 37,9% quello relativo alla disoccupazione giovanile. Al sud la situazione peggiora e la situazione diventa sconfortante: disoccupazione giovanile sino al 60%.

Per questo è necessario sgire con determinazione, non solo per rimettere in moto il mercato del lavoro, ma anche per eliminare le enormi disparità esistenti a livello territoriale in materia occupazionale.

La legge di stabilità, al di là dei mirabolanti annunci, ha fatto ancora poco in tal senso.

“Per una vera ripresa del mercato occupazionale bisogna intervenire con maggior incisività in direzione dello sviluppo e della crescita, avviando un serio Piano Straordinario del Lavoro.” così dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti rispettivamente di Federconsumatori ed Adusbef.

Un piano che, in assenza di iniziative di carattere privato, stanzii i necessari investimenti per:

  1. L’innovazione e la ricerca
  2. La realizzazione di infrastrutture, soprattutto al Sud
  3. La realizzazione di un programma di sviluppo per il settore del turismo, vera risorsa del nostro Paese
  4. La messa in sicurezza del patrimonio culturale e artistico

Il lavoro rimane la vera priorità del Paese. Fino a quando il Governo non si deciderà ad affrontarla seriamente, la “vera” ripresa sarà sempre più lontana.

Combattere la disoccupazione significa agire positivamente per una redistribuzione dei redditi in termini generali, facendo crescere così la domanda interna.

Non dimentichiamo che ogni disoccupato pesa sulle spalle delle proprie famiglie, le quali rappresentano la vera forma di welfare, con un onere di circa 450€ mensili.

Liberi Tutti Travel : il tribunale di Torino dichiara il fallimento entro il 21 dicembre le insinuazioni allo stato passivo.

È dei giorni scorsi la notizia che LIBERI TUTTI TRAVEL S.r.l., che ha sede legale a Torino e agenzie in diverse altre province (Novara, Trento, Aosta, Mantova, Milano, Cremona, Trento), è stata dichiarata fallita dal Tribunale, appunto, di Torino. Il giudice ha fissato per il 21 gennaio 2016 l’udienza di verificazione dei crediti; pertanto, i creditori possono presentare domanda di insinuazione allo stato passivo entro il 21 dicembre prossimo, salva la possibilità comunque di farlo anche successivamente nei limiti e con gli effetti previsti dalla legge fallimentare.
Sono numerose le persone che si sono rivolte ai nostri sportelli in queste settimane, lamentando di avere acquistato titoli di viaggio o pacchetti vacanze, regolarmente pagati e di avere poi scoperto che l’agenzia non aveva dato seguito al loro acquisto.
Per diversi di loro si trattava della quota di un regalo di nozze, di cui gli sposi non hanno potuto usufruire, se non a seguito del pagamento di un ulteriore pacchetto viaggio.
Ora è opportuno che tutti coloro che sono coinvolti in questa vicenda e che hanno subito un danno dalla chiusura repentina delle agenzie e dal successivo dissesto economico, sappiano che se vogliono attraverso gli sportelli di Federconsumatori nelle province interessate possono ottenere consulenze, consigli ed assistenza in merito alla insinuazione allo stato passivo o alla possibilità di ricorrere al Fondo nazionale di garanzia presso il Dipartimento del turismo (solo per coloro che avessero acquistato pacchetti viaggio completi).
Inoltre si possono ottenere informazioni telefonando o scrivendo allo sportello SosTurista:
059-251108 – info@sosvacanze.it.

San Germano Vercellese: il parco giochi vietati ai figli di genitori evasori. Una forma inaccettabile di razzismo e intolleranza.

Vietare ai bambini di giocare in un parco comunale non solo è contro la legge e viola fondamentali diritti umani, ma rappresenta una forma inaccettabile di razzismo ed intolleranza che non può trovare spazio in nessuna società. Le motivazioni poi che vengono addotte a sostegno di questo provvedimento inaudito nel comune di San Germano Vercellese dalla giunta del sindaco rappresentano una visione della cittadinanza legata al censo.
I parchi pubblici devono essere aperti a tutte le bambine e i bambini del mondo, indipendentemente dalle disponibilità economiche dei genitori, dal loro colore della pelle, dal loro credo religioso, non perché qualcuno lo concede per benevolenza, ma perché rientra nel loro inderogabile diritto… Invitiamo la Sindaca, invece di dondolarsi abusivamente su un’altalena riservata ai bambini, a leggersi la composizione del PIL italiano, per vedere quanto è importante il contributo degli stranieri regolari che svolgono un lavoro prezioso per la nostra economia e per il nostro Stato di cui fanno parte insieme ai loro figli. M soprattutto la invitiamo a lasciar dondolare liberamente bambine e bambini innocenti che hanno il diritto di essere accuditi, educati e hanno il sacrosanto diritto allo svago.
Di fronte a questa grave ingiustizia la Federconsumatori, attraverso il suo Osservatorio sulle Famiglie, è a disposizione dei cittadini lesi da tale provvedimento, per offrire informazioni sui propri diritti e tutela, anche di carattere legale.

Fiducia consumatori: l’Istat annuncia un nuovo record. Dati sempre più lontani dalla realtà e dall’Italia.

L’Istat annuncia un nuovo record: la fiducia dei consumatori segna il massimo storico da 21 anni a questa parte.
Dati sempre più lontani dalla realtà e dall’Italia. Non abbiamo ancora capito in quale ricco emirato si siano trasferiti i ricercatori dell’Istituto di statistica, ma senza dubbio si sta davvero bene.
A differenza dell’Italia, dove le famiglie vivono ancora una situazione di profonda crisi.
A dimostrarlo i dati, della stessa Istat, relativi al commercio al dettaglio che hanno recentemente confermato la situazione di stagnazione in cui la nostra economia è ancora impantanata. Le vendite al dettaglio registrano una leggera flessione dello 0,1% su base annua.
È andata decisamente peggio nel triennio 2012-2013-2014 i consumi hanno subito una contrazione di circa 78 miliardi (pari al -10,7%), dal 2008 ad oggi, inoltre, persino settori vitali come quelli dell’alimentazione e della salute hanno subito flessioni allarmanti (rispettivamente -11% e -28,8%).
“Di fronte ad un’emergenza di questa portata non capiamo come l’Istat possa essere così ottimista. – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef. – Non dimentichiamo che continuare a sostenere che tutto vada bene significa allontanare i necessari interventi per una vera e duratura ripresa, creando così danni enormi ai cittadini e al Paese intero.”
Per questo rinnoviamo il nostro invito ad un maggiore realismo da parte dell’Istat e di tutti i centri di ricerca.
Ma soprattutto rinnoviamo la nostra richiesta al Governo perché intervenga con urgenza per dare una reale svolta all’economia, attraverso la realizzazione di un piano straordinario per il lavoro in grado di rilanciare i redditi e dare nuove prospettive al Paese, soprattutto ai giovani. Così sì che la fiducia dei consumatori potrebbe risalire…

Commercio: i dati sulle vendite al dettaglio sono l’ennesima conferma di una situazione di stagnazione.

I dati Istat relativi al commercio al dettaglio confermano la situazione di stagnazione in cui la nostra economia è ancora impantanata. Le vendite al dettaglio fanno registrare infatti un impercettibile aumento su base mensile (+0,3%) e una leggera flessione dello 0,1% su base annua.
Queste settimane di saldi sono state un tiepido incentivo agli acquisti solo per una parte dei cittadini (il 38% delle famiglie, secondo le nostre stime) e appare evidente che coloro i quali erano già pronti a parlare di ripresa consolidata hanno, purtroppo, preso un abbaglio. Ricordiamo che solo nel triennio 2012-2013-2014 i consumi hanno subito una contrazione di circa 78 miliardi (pari al -10,7%) e che dal 2008 ad oggi persino settori vitali come quelli dell’alimentazione e della salute hanno subito flessioni allarmanti (rispettivamente -11% e -28,8%).
“Gli interventi per dare una vera svolta all’economia non possono essere ulteriormente rinviati. Le cifre rilevate dall’Istat dimostrano che ci troviamo in una situazione di galleggiamento e che la domanda interna ha bisogno di provvedimenti concreti e decisi – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

La redistribuzione dei redditi e la creazione di nuove opportunità di lavoro sono fattori chiave per sostenere e rilanciare la domanda interna. In questo senso, purtroppo, la legge di stabilità prevede interventi scarsi e insufficienti e non include i provvedimenti incisivi su occupazione, ricerca, sviluppo, tecnologico e valorizzazione del nostro patrimonio culturale che invochiamo da tempo.

Benzina: in Italia tassazione il 70% del prezzo è costituito da tasse. Ridurre immediatamente l’accisa di almeno 5 cent.

Le quotazioni del petrolio sono ancora su livelli bassissimi, poco sopra 30 Dollari al barile.
Un valore simile non si vedeva da gennaio 2009. Come abbiamo già denunciato allora le quotazioni si attestavano a 34,08 Dollari al barile e la benzina costava 1,13 Euro al litro.
Oggi, tenendo conto della perdita di forza del cambio Euro-Dollaro, dell’aumento delle accise sui carburanti, nonché l’incremento dell’IVA, l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori – ha calcolato che il costo della benzina si trova comunque 6 centesimi oltre il livello a cui si dovrebbe attestare. Maggiorazione che si traduce in un aggravio sulle tasche dei cittadini di +72 Euro annui in termini diretti (vale a dire per i pieni di carburante) e di +59 Euro annui in termini indiretti (a causa all’impatto del costo dei carburanti sui prezzi dei beni di prima necessità che, nel nostro Paese, sono distribuiti per l’86% su gomma). Il totale ammonta a +131 Euro annui.
“Al di là dei pesanti aggravi, riteniamo intollerabile l’aumento e il peso della tassazione sul prezzo dei carburanti, che ha raggiunto livelli insopportabili.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Il monte tasse sulla benzina è pari circa al 70% del prezzo totale del carburante. Un livello inaudito, che detiene il primato nel confronto con i principali paesi europei (basta vedere la tabella sottostante).
Per questo è necessario un intervento dell’Esecutivo affinché le accise siano ritoccate al ribasso immediatamente di almeno 5 cent al litro in una prima fase, per poi intervenire in termini strutturali con ulteriori riduzioni di almeno 10 cent al fine di riportare la tassazione nelle medie europee. È intollerabile, infatti, che il Governo lucri sui carburanti in maniera così pesante, come se fosse una ottava Compagnia Petrolifera, sottraendo così ingenti risorse dai bilanci familiari già profondamente depauperati.

 

Incidenza percentuale delle tasse sul prezzo di un litro di benzina:

 

Media europea 58,3%
Regno Unito 62,5%
Paesi Bassi 62%,
Germania 61,3%
Francia 58,4%
ITALIA 69,7%

730 Precompilato : Procedure complesse e farraginose compromettono i rimborsi per spese farmaceutiche ai contribuenti a credito

Il calendario dell’Agenzia delle entrate in tilt a causa delle farmacie che non hanno conservato gli scontrini necessari per detrazioni.

La realizzazione del 730 precompilato risulta più difficile del previsto. Non sono comprensibili, ma soprattutto non sono in alcun modo giustificabili gli equivoci e le conseguenti omissioni da parte delle farmacie che non hanno conservato gli scontrini delle spese sanitarie dei primi sei mesi dell’anno 2015.
Questo dimostra anche le gravi lacune nella comunicazione tra Agenzia delle Entrate ed esercizi.
È evidente come siano state sottovalutate la complessità della normativa, l’urgenza di procedure chiare e comprensibili, la predisposizione di moduli di facile utilizzazione, per consentire a tutti di esercitare i diritti riconosciuti nei tempi definiti.
È ora che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Non ha alcun senso investire e promuovere uno strumento utile, come quello del 730 precompilato, per poi cadere al primo errore per una mancata o comunque inefficiente comunicazione.
Inoltre Federconsumatori ritiene giusto che, dal momento che i dati sanitari, compresi quelli riguardanti le spese sanitarie, sono dati sensibili debba essere previsto che il contribuente possa dire no al loro trattamento, come definito dal Garante della Privacy.
Ciò non toglie che, anche non accettando il 730 precompilato, il contribuente potrà detrarre le proprie spese, comprese quelle sanitarie, effettuando la dichiarazione dei redditi nelle consuete modalità.

Autostrade: inferno sulla Salerno-Reggio Calabria. Le abbondanti nevicate, ampiamente previste, hanno colto del tutto impreparate le autorità preposte alla sicurezza della viabilità. I cittadini siano risarciti.

Già prima di martedì 19 gennaio TG nazionali e regionali, radio, stampa, siti e canali dedicati annunciavano l’arrivo del maltempo nel Mezzogiorno, che avrebbe comportato nevicate finanche a bassa quota.
Evidentemente, gli unici che non hanno sentito tale notizia sono stati i responsabili di Anas, Protezione Civile, Prefettura, Provincia e tutte le autorità competenti in materia di sicurezza della viabilità stradale in Calabria, che non si sono minimamente attrezzate per tali eventi “straordinariamente ordinari” nella stagione invernale.
È noto, nella storia del meteo della Calabria, che le aree interessate a ricche nevicate invernali siano concentrate lungo il dorsale appenninico coincidente allo snodarsi dell’articolazione dell’Autostrada Salerno-Reggio Calabria ed in particolare del tratto compreso tra Lagonegro-Campotenese-Cosenza-Rogliano-Altilia, sino all’approssimarsi dell’uscita di Falerna.
Ci chiediamo secondo quale logica, allora, non siano state predisposte le doverose precauzioni.
L’assenza evidente di una efficace azione di organizzazione delle Autorità preposte a tale compito, infatti, ha fatto sì che ignari e inconsapevoli automobilisti ed autotrasportatori, in assenza di adeguate informative lungo l’A3 e le arterie di accesso alla Salerno-Reggio Calabria, dalle primissime ore del pomeriggio sino ad avanzata notte di mercoledì 20 gennaio 2016, siano rimasti intrappolati per interminabili ed angoscianti ore lungo il tratto autostradale della provincia di Cosenza.
Le cronache dei media regionali nonché le dirette testimonianze esposte a Federconsumatori Calabria, raccontano di scene intollerabili nell’era delle tecnologie e dell’informazione che hanno coinvolto anche anziani e bambini privati di ogni bene di conforto, persino dell’acqua.
Scene già viste, che si ripetono periodicamente lungo tutte le tratte autostradali: come non ricordare il disastro della A1 nel dicembre 2010. Tutto ciò dimostra l’inadeguatezza dei sistemi di allerta, dell’organizzazione e della gestione delle emergenze e delle criticità.
Federconsumatori è a disposizione dei cittadini coinvolti per le richiesta dei danni e dei risarcimenti per quanto accaduto.
Chiediamo inoltre che venga fatta luce sulle responsabilità che hanno consentito che una “ordinaria” nevicata di stagione si sia trasformata in un inferno per automobilisti, autotrasportatori, autisti e passeggeri di mezzi pubblici e privati. Dovranno essere chiarite le dinamiche d’intervento, di coordinamento e le azioni attivate per accertare se ci sia stata interruzione di servizio pubblico, attentato alla sicurezza del trasporto e omissione di soccorso alle centinaia di cittadini intrappolati al freddo e privi di informazioni, comunicazione con le famiglie, beni di sopravvivenza, bevande calde, farmaci, acqua, coperte e ogni bene di necessità per far fronte alle lunghissime ed estenuanti ore di esposizione al freddo.