Olio extravergine di oliva: assurdo depenalizzare il reato di falso “Made in Italy”

Dopo lo scandalo del falso olio extravergine di oliva, i cittadini si trovano a dover subire l’ennesima beffa e questa volta con la complicità del Governo. Infatti lo schema del decreto legislativo sottoposto al Parlamento, avrebbe l’effetto di una sostanziale depenalizzazione del reato di contraffazione.

Tale frode rischierebbe di passare, grazie all’atto 248 relativo al Regolamento UE 29/2012 sulla vendita degli oli, da reato a semplice sanzione amministrativa.

Dopo l’EXPO e tutte le belle dichiarazioni sulla tutela del Made in Italy, il Governo dimostra di voler andare in tutt’altra direzione.

Depenalizzare questo tipo di reati, infatti, vuol dire agevolare ed incoraggiare l’agropirateria.

Se oggi, chi mette in commercio prodotti che vengono venduti, in maniera fraudolenta, come Made in Italy (ad esempio con false diciture come 100% olive italiane) è punibile penalmente ai sensi degli artt. 515 e 517 del codice penale, con la nuova leggesarà punito semplicemente con una sanzione amministrativa da 3500€ a 18mila €. Un danno ai produttori onesti che portano avanti l’immagine ed il vanto del vero Made in Italy, ma il danno maggiore è per i cittadini che in questo modo sono sempre più esposti a truffe e falsificazioni.

Vogliamo misure che aumentino le tutele, non che le abbassino!!

Consob si arrampica sugli specchi per mascherare sue pesanti responsabilità

Nel maggio 2011, Vegas abrogo’ i prospetti informativi per alcuni tipi di bond bancari. Oltre agli scenari probabilistici, che offrivano informazioni su guadagni e perdite.


Le pesanti responsabilità (civili e penali), di Bankitalia sulla stabilità di un sistema bancario collassato, della Consob e del presidente Giuseppe Vegas, nella grande truffa a danno di 130.000 risparmiatori espropriati dei loro sudati risparmi, continuano ad emergere in tutta la loro gravità. Appena messo piede in Consob, in un sistema scandaloso di porte girevoli tra il governo, dove ricopriva il ruolo di vice ministro dell’Economia e la Commissione sulle società e la borsa, Vegas assecondando le richieste dei banchieri, smantellò ogni presidio di informazione da offrire ai risparmiatori, sia abrogando gli scenari probabilistici che i prospetti informativi per alcuni tipi di obbligazioni bancarie definite ‘bond da banco’.

Il 24 maggio 2011, Adusbef mosse durissime critiche alla decisione del presidente della Consob Giuseppe Vegas di abolire il Prospetto Informativo per alcuni tipi di bond bancari, misura annunciata il 23 maggio 2011 nel corso di un convegno a Roma in cui l’Abi aveva presentato le semestrali delle banche al 31 dicembre 2010. Diminuire le regole sulle obbligazioni emesse dalle banche, per i ‘bond da banco’ finiranno per avvelenare ancora di più la vita dei risparmiatori’, assecondando così i desiderata dei banchieri che non riescono più a vendere le loro obbligazioni, con i risparmiatori che non si fidano più di un prodotto che ha un rendimento solo dell’ 1,5% rispetto al 3,5% dei Btp.

La Consob uscita sconfitta sul fronte della UE, analogamente per la impostazione della Mifid, con la ”visione” anglosassone che ha vinto anche per la definizione delle caratteristiche del documento sintetico che deve accompagnare la collocazione dei fondi di investimento da parte dei promotori finanziari, continua a smantellare i pochi presidi normativi posti in essere a salvaguardia della posizione del risparmiatore italiano, faticosamente impostati dai vari regolamenti della Commissione e dal Testo unico finanziario. I primi deludenti atti del presidente Vegas- affermarono Adusbef e Federconsumatori-, invece di segnare una svolta, una inversione di tendenza rispetto alla precedente gestione, tendono a confermare l’esistente, anche con la trovata ”geniale”, sempre dal punto di vista degli interessi dei banchieri, della vendita dei ”bond da banco” per collocare presso le famiglie circa 137 miliardi di obbligazioni bancarie che nessuno vuole e che, se non saranno sottoscritte, produrranno guai seri alla tenuta delle banche ed alle provvigioni, e stock option dei banchieri nostrani.

Adusbef e Federconsumatori chiedono quindi alle Procure della Repubblica, che hanno aperto indagini sulla vigilanza a maglie larghe di Bankitalia e Consob, di acquisire la delibera sui cosiddetti ‘bond da banco’, attuata per favorire i banchieri, ideando un sistema più raffinato per collocare presso le famiglie obbligazioni bancarie che nessuno vuole non fidandosi delle banche, spesso infarcite di sottostanti derivati, denominate ”bond da banco” con gravissima lesione di diritti, legalità e degli interessi lesi dei piccoli azionisti risparmiatori.

Adeguamento delle tariffe Publiacqua

Grande attenzione e cautela, questo il consiglio di Adiconsum , Adoc e Federconsumatori a fronte delle notizie rimbalzate nei giorni scorsi in diversi organi di informazione circa l’imminente arrivo di bollette da parte di Publiacqua. Con esse verrà chiesto, a circa 18.000 utenti Publiacqua, un aumento tariffario e relativi conguagli per non aver pagato i servizi di fognatura e depurazione usufruiti per gli ultimi 5 anni.

Innanzi tutto occorre ribadire e precisare che questi utenti nella quasi totalità erano assolutamente ignari di non pagare un servizio di cui usufruivano.

Essi hanno continuato a pagare regolarmente le fatture in cui era ben segnalata la comunicazione “utenza non servita da impianto di depurazione, non è in corso nessuna attività di progettazione, realizzazione, completamento o attivazione come da programma di cui all’art 3 del 30 settembre 2009”.

Publiacqua informa che questo adeguamento si è reso necessario a seguito di una approfondita analisi del sistema infrastrutturale e georeferenziazione dei contatori che ha evidenziato una discordanza tra tariffa effettivamente applicata e quella dovuta in relazione ai servizi usufruiti. Da essa emerge che vi sono 39.178 utenze che pagavano servizi non resi e 18.097 che non pagavano servizi ricevuti.

Come associazioni di tutela apprezziamo l’impegno a sanare una situazione che si trascinava da parecchio tempo, penalizzando tanti cittadini che sono stati chiamati a pagare servizi non resi magari ben oltre i 5 anni pregressi; altri utenti, invece,sono ora chiamati a pagare arretrati di cui non portano alcuna responsabilità.

Ma c’è una preoccupazione che vogliamo evidenziare: già lo scorso anno, a fronte delle migliaia di comunicazioni arrivate e delle tante contestazioni, le nostre associazioni hanno chiesto a Publiacqua approfondimenti circa i risultati del processo di verifica e revisione delle tariffe applicate.

Publiacqua ci assicura che, in collaborazione con i Comuni,si è provveduto a un riesame e verifica dei risultati.

Ne prendiamo atto, ma, vista la complessità dell’operazione, permane in noi una certa preoccupazione. Su questo vigileremo.

Invitiamo,pertanto,i cittadini a verificare attentamente la loro specifica situazione e a segnalare eventuali anomalie e incongruenze anche tramite le nostre associazioni.

Chiediamo altresì di fare attenzione e verificare se e quando è arrivata la comunicazione, da parte di Publiacqua, di interruzione dei termini, e quindi da quando è stato calcolato il periodo di prescrizione (5 anni)

Chiediamo, in qualità di Associazioni di tutela dei cittadini/consumatori, che la richiesta di arretrati preveda una congrua rateizzazione che tenga conto delle esigenze evidenziate dagli utenti e soprattutto avendo una particolare attenzione alle situazioni anche momentanee di disagio e difficoltà economiche.

Federconsumatori, Adoc e Adiconsum si impegnano, anche in considerazione della straordinaria situazione, a dare la massima assistenza e tutela agli utenti che potranno rivolgersi ai relativi sportelli.

Chiediamo ai Comuni interessati e all’Autorità Idrica Toscana di adoperarsi per dare le adeguate informazioni circa le zone coinvolte e le ragioni dell’adeguamento (lavori effettuati o altro…) , nonché di adoperarsi e chiedere assicurazioni a Publiacqua per avere il minor impatto possibile sugli utenti.

Firenze, 16/12/2015

Federconsumatori Toscana

Adiconsum Toscana

Adoc Toscana

SALVA BANCHE: Inaccettabile l’elemosina di stato offerta ai risparmiatori raggirati

BANCHE: INACCETTABILE L’ELEMOSINA DI STATO OFFERTA AI TRUFFATI. CHI HA SBAGLIATO DEVE RISARCIRE, A COMINCIARE DA BANKITALIA E CONSOB, CHE ASSECONDANDO RICHIESTE BANCHE,HANNOA GRAVISSIME RESPONSABILITA’.

 

 

 

Le gravissime responsabilità di Bankitalia a braccetto con le banche socie, nella più grave crisi bancaria del dopoguerra, dovrebbe indurre il governo, che vorrebbe barattare i diritti di 130.000 famiglie truffate con una elemosina di Stato, a rimuovere per decreto, la cui urgenza è maggiore rispetto al salvabanche, quei massimi dirigenti di Consob e della banca centrale che hanno fatto da palo alla gestione allegra del credito e del risparmio delle banche salvate a spese dei risparmiatori, come di Veneto Banca e Banco Popolare di Vicenza, attingendo i fondi dalle riserve straordinarie della Banca d’Italia, per il risarcimento integrale alle loro vittime sacrificali.

 

Ma più si scava, più emergono responsabilità altrettanto gravi di Giuseppe Vegas e dei vertici Consob, che per favorire i desiderata dell’industria bancaria, hanno rimosso, smantellato e gravemente mobbizzato il responsabile dell’ufficio analisi quantitative, colpevole di pretendere nei prospetti informativi delle obbligazioni vendute ai risparmiatori, le percentuali di probabilità di rischio e rendimenti positivi o negativi dei titoli, i quali da uno studio effettuato sulla base di cinque prospetti di collocamento dal professor Riccardo Cesari dell’Università di Bologna nel 2011, dichiaravano che i costi dichiarati nei prospetti di emissione, erano di gran lunga inferiori ai costi effettivi e che tali dati tuttavia non apparivano più nei prospetti che accompagnano i collocamenti obbligazionari, pur se in precedenza erano stati richiesti dalla Consob.

 

A titolo di esempio, sul prestito obbligazionario convertendo del 2009 della Banca Popolare di Milano, Consob aveva preteso di indicare gli scenari di probabilità e gli stessi evidenziavano che il rendimento negativo sfiorava il 70 per cento, mentre il convertendo di BPM finito con il consolidamento di ingentissime perdite per i risparmiatori privati e con pesanti sanzioni inflitte dalla Consob alla Banca, per avere alzato in moltissimi casi repentinamente il profilo di rischio del cliente per adeguarlo a operazioni, quali quelle relative al convertendo, altamente speculative all’insaputa dei sottoscrittori ignari di tali operazioni truffaldine.

 

Nonostante l’evidente importanza per la sicurezza dei risparmiatori dei suddetti scenari di probabilità, all’inizio del 2011 la Consob, contestualmente all’arrivo alla Presidenza di Giuseppe Vegas, aveva smesso di chiedere tali tipi di analisi agli emittenti dei bond, suscitando le dure proteste di Adusbef e Federconsumatori, che in contestuali esposti alle autorità di vigilanza nel dicembre 2011, ricordando gli abusi delle banche del passato (bond Cirio, Parmalat, Argentina, eccetera) chiedevano a Consob di emanare raccomandazioni cogenti affinché tutti gli istituti di credito che emettono prestiti obbligazionari rivolti anche ai risparmiatori, pubblichino nei prospetti informativi gli scenari di probabilità.

 

Non si doveva permettere di saccheggiare il pubblico risparmio con le emissioni di bond ed ottenere ai fini di liquidità risorse al mercato, per poi emettere titoli molto spesso scadenti, con condizioni capestro, costi non trasparenti e con il rischio per i risparmiatori non solo di non ottenere vantaggi economici, ma addirittura di perdere percentuali rilevanti del capitale –scrivevano Adusbef e Federconsumatori- chiedendo alla Consob l’obbligo per gli istituti di credito che emettono prestiti obbligazionari rivolti anche ai risparmiatori, di pubblicare nei prospetti informativi gli scenari di probabilità sul rendimento dei loro prodotti per non rendersi corresponsabile con le banche per i danni causati ai risparmiatori a causa di detta mancanza.

 

“Nel caso delle obbligazioni subordinate 2013/2018 di CariChieti (ISIN IT0004923659), gli scenari probabilistici avrebbero segnalato in ipotesi il rischio di perdere quasi il 50% del capitale con una probabilità del 37 per cento. Leggendo invece l’ipotetico prospetto dell’emissione subordinata di Banca Etruria 2013-2023 (ISIN IT0004966856), l’investitore avrebbe saputo in quel momento che aveva il 62,73% di probabilità di ottenere in media la restituzione di 54,18 euro per ogni 100 euro investiti, il 36% di portare a casa 113 euro (con un rendimento del 4,66% l’anno), e solo l’1,24% di avere un rendimento del 5,49% l’anno. Grado di rischio: molto alto- scrive Lorenzo di Lena.

 

Nel 2011, appena divenuto presidente, Vegas intraprende una politica tutta favorevole all’industria finanziaria e agli emittenti: la parola d’ordine è semplificare, alleggerire. Andando ben al di là di un orientamento emerso in sede europea, che peraltro lasciava libere le autorità nazionali di seguire l’approccio ritenuto più consono alla tutela dell’investitore, Vegas fa piazza pulita di tutto e fa contenta l’industria finanziaria: via gli scenari probabilistici, via l’indicazione del rendimento medio atteso per l’investimento e della relativa probabilità. Giusto per spianare la strada alla grande corsa al collocamento delle obbligazioni subordinate da parte delle banche, che dopo essere state cullate a lungo dalla stessa Banca d’Italia nell’illusione di vivere nel sistema bancario più solido d’Europa, scoprivano l’urgenza di ricapitalizzarsi.

 

Abi, Bankitalia e Consob hanno piazzato alle famiglie subordinati tossici (ben 60 miliardi di euro in pancia alle banche), che dopo il brusco risveglio del 23 novembre 2015, con la distruzione per decreto di sudore, sangue, sacrifici e privazioni di vite di lavoro di intere generazioni per offrire, col risparmio messo da parte, un futuro più degno a se stessi, dopo aver assunto il ruolo de ammortizzatori sociali ai giovani privati di futuro, nonostante l’Esma (l’organismo europeo di coordinamento delle “Consob” di tutti i Paesi Ue), affermasse che «le obbligazioni subordinate sono considerate strumenti complessi» raccomandando «la massima attenzione alle fasi di distribuzione delle obbligazioni subordinate nei confronti della clientela al dettaglio».

 

Questa ricostruzione dettagliata, che sarà oggetto di ulteriori denunce penali contro Bankitalia e Consob per aver smantellato i presidi di trasparenza e controlli preventivi sull’operato dei banchieri, deve indurre il Governo a rompere ogni indugio, rimuovendo con effetto immediato i vertici di tali autorità, con contestuale azione di responsabilità verso feticci di istituzioni asservite agli esclusivi interessi delle banche, che hanno distrutto con il risparmio, intere vite di lavoro, la fiducia nelle banche e nel futuro dell’Italia.

 

 

 

Elio Lannutti (Adusbef) – Rosario Trefiletti (Federconsumatori)

Roma,12.12.2015

SALVATAGGIO BANCHE: Assemblea pubblica a Roma, Venerdì 11 Dicembre dalle 16:00 alle 19:00

INVITO

Assemblea Pubblica

Venerdì 11 Dicembre

dalle ore 16.00 alle 19.00

Presso il Centro Congressi Frentani

Via dei frentani 4 – 00185 ROMA

 

Quattro Banche (Banca Etruria, Banca Marche, Cari Chieti e Cari Ferrara): Federconsumatori, a causa della gravità della situazione nonchè per l’impressionante numero di cittadini coinvolti, ha convocato un’Assemblea pubblica per spiegare ai cittadni coinvolti tutte le iniziative che la nostra Associazione metterà in atto a loro tutela.

Fra le prime iniziative abbiamo prontra una denuncia penale per la mancata viglilanza contro la Banca d’Italia.

I cittadini coinvolti sono esasperati e i numeri sono effettivamente sconvolgenti: 130’000 piccoli azionisti e 20’000 sottoscrittori di obbligazioni subordinate.

Molti di loro sono pensionati che hanno perso i risparmi di una vita. E’ giusto dare loro risposte concrete!

 

Interverranno:

  • Rosario Trefiletti, Presidente Federconsumatori Nazionale
  • Luigi Agostini, Presidente Federconsumatori Lazio
  • Antonella Nanna, Avvocato Consulta Giuridica Federconsumatori

Un piccolo passo verso la consapevolezza del dramma BPEL

Ora il Tesoro scopre che in banca non tutto fila come dovrebbe e prodotti rischiosi vengono venduti come sicuri a clienti ignari.

A parlarne in termini inequivocabili, ma a cose fatte, è stato il viceministro dell’Economia, Enrico Morando proprio nel giorno dell’arrivo alla Camera del discusso decreto salva-banche che dopo mesi di studio ha messo in sicurezza Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e Cassa di Risparmio di Ferrara, colpendo azionisti e obbligazionisti subordinati da giorni in rivolta.

“L’azzeramento del valore delle obbligazioni subordinate – come tali parte del capitale di rischio – costituisce un vincolo non eludibile, imposto dalla Direzione Generale Competitività (l’Antitrust Ue,ndr) per approvare gli interventi del fondo di risoluzione”, si è inizialmente scusato Morando che è intervenuto sul tema in Commissione bilancio della Camera. L’esecutivo, ha aggiunto poco dopo, “è tuttavia consapevole che – almeno ad una parte dei risparmiatori coinvolti – la natura dello strumento obbligazione subordinata poteva non essere perfettamente nota”. Per questo, ha proseguito, il governo “ha avviato una approfondita verifica circa la possibilità che siano messe in atto misure in grado diridurre gli effetti negativi del processo di risoluzione sulla componente socialmente più debole degli investitori coinvolti, che possa aver agito senza la necessaria consapevolezza del livello di rischio del prodotto acquistato”.

Difficile capire a quale tipo di misure stia pensando Morando, visto che il salva-banche approvato il22 novembre scorso è frutto di mesi di studio e trattative con Bruxelles ed è appena stato inserito nella legge di Stabilità con un emendamento governativo. Certo, la misura potrà essere modificata con i sub emendamenti, che dovranno essere presentati entro le 11.00 di venerdì.

Ma è improbabile che siano efficaci e tempestivi: prima di tutto bisognerà dimostrare in tribunale la vendita truffaldina dei prodotti bancari.

Quindi far pagare il conto a chi li ha venduti e non a chi li ha comprati. Oltre che ai vigilanti che hanno chiuso un occhio.

Ma i tempi della giustizia non coincidono con quelli della politica, come ben sa perfino Morando.

Tessera Sanitaria, Martedi 1 Dicembre le attivazioni alla Conad di Borgo San Lorenzo

Martedi 1 Dicembre, dalle 9 alle 17 presso la Conad di Borgo San Lorenzo (FI) in via Papa Giovanni XXIII 47, il personale dell’ ASL sarà a disposizione per attivare le tessere sanitarie, rilasciare nuovi Pin e dare informazioni sull’ uso e le funzioni della carta.

L’ iniziativa rientra nel progetto più ampio “La Carta sanitaria elettronica: strumento di salute e chiave di accesso ai servizi on line”, nato da un accordo di collaborazione siglato nel gennaio scorso tra Regione Toscana e Federconsumatori, Adiconsum e Adoc.

In base all’ accordo, le associazioni dei consumatori (che fanno parte del Forum regionale per l’ esercizio del diritto alla salute, organismo costituito nel 2001, che riunisce associazioni operanti nel campo della tutela dei diritti degli utenti del servizio sanitario) danno aiuto alla Regione per informare i cittadini e divulgare l’ uso della tessera sanitaria.

Tutti i cittadini toscani, se hanno attivato la propria carta sanitaria elettronica (CSE), oltre agli usi a cui siamo abituati (accesso tradizionale alle prestazioni sanitarie; codice fiscale; Tessera Europea di assicurazione malattia ) possono, tramite un Pc munito di lettore smart card o un totem PuntoSI:

  • consultare i propri referti di laboratorio e di radiologia, ovunque effettuati in Toscana;
  • attivare il proprio fascicolo sanitario elettronico e controllare le proprie vaccinazioni, i ricoveri, gli accessi al Pronto soccorso, i farmaci e le eventuali esenzioni per patologia, consultare e autocertificare la propria posizione economica in riferimento al ticket.

All’ attivazione viene consegnata una password (PIN) che consente di utilizzare la carta in maniera sicura, come un bancomat.

La CSE, una volta attivata, permette di accedere anche ai servizi on line di altre pubbliche amministrazioni (es. Fascicolo Inps, Processi civili, Sportello unico attività produttive). Ad oggi la CSE è stata attivata dal 50% dei cittadini toscani, inoltre non sono tanti quelli che la usano sfruttando tutte le possibilità che essa offre. Un uso corretto e appropriato consentirebbe ai cittadini di avere tanti servizi e informazioni senza doversi recare di persona e fare lunghe file, con un notevole risparmio di tempo e di costi per se stessi e per la pubblica amministrazione.

Non solo Privacy. Facebook, Google e Amazon devono negoziare con i consumatori l’uso dei dati.

Federconsumatori ed Adusbef considerano straordinariamente importante la sentenza con cui la Corte di Giustizia Europea, sovvertendo una delibera del 2000, si riappropria della sovranità dell’Europa nella gestione dei dati dei consumatori.

I grandi imperi della Rete ora devono negoziare la gestione ed il movimento dei dati che ricavano dall’azione dei consumatori. Non basta assicurare l’uso corretto; occorre dettagliare e concordare le singole modalità di gestione dei dati e la tipologia dei servizi.

Tale principio conferma che la “semplice” necessità di accedere alla rete, che è ovviamente un diritto di cittadinanza (come afferma la recente Carta della Rete elaborata dalla Commissione Rodotà), non è più sufficiente.

La rete oggi è uno spazio pubblico ingombro di potentati che mirano ad interferire con la libertà e l’autodeterminazione dei cittadini utenti.

Bisogna aprire un’attenta riflessione sulle modalità di confronto e negoziazione delle forme di intelligenza artificiale che stanno crescendo e concentrandosi in poche mani.

Il ruolo di un consumo critico e consapevole, lo ricordiamo anche ai legislatori italianiche stanno elaborando nuovi strumenti d’intervento, è l’unica garanzia per riportare la rete alla sua vocazione di trasparenza e libertà.

DECRETO SALVA BANCHE. MA I CITTADINI CHI LI TUTELA?

Chi glielo dice a mio padre che ha perso tutto?”.

Inizia così la lettera del figlio di un anziano titolare di obbligazioni subordinate della Banca Etruria su cui è calata la scure del decreto di sabato approvato in Consiglio dei Ministri.

Decreto che per il salvataggio della Banca stessa con la costituzione di una nuova banca lascia con l’amaro in bocca azionisti grandi e piccoli risparmiatori che con fiducia sono stati consigliati di investire i propri risparmi in obbligazioni subordinate (quelle emesse dalla banca stessa) e che oggi si trovano azzerato il loro valore.

Si incrina ulteriormente il rapporto di fiducia tra cittadini e sistema bancario, che in Toscana ha visto coinvolte migliaia di persone per le vicende del MPS e della Banca Popolare di Vicenza (ex Cariprato) e ora della Banca Etruria.

La Federconsumatori Toscana si adopererà su più fronti per tutelare le persone coinvolte. Solleciteremo la magistratura ed i parlamentari toscani affinché in fase di conversione del decreto si recuperi a questa enorme ingiustizia.

Purtroppo da gennaio 2016 con l’introduzione del Bail-in i rischi per i correntisti aumenteranno.

Commercio: un calo che proseguirà fino a fine anno

L’ISAT rivela, a settembre, un calo delle vendite al dettaglio.

La flessione registrata risulta pari a -0,1% rispetto al mese precedente.

Un dato a nostro avviso più che prevedibile e che rispecchia la situazione di stallo in cui si trova la nostra economia.

Tale andamento si confermerà anche nel periodo natalizio, che quest’anno trascorrerà all’insegna della sobrietà e della prudenza.

Al di là degli effetti inevitabile dovuti al clima di tensione che si respire soprattutto nelle grandi città, permane una situazione di profonda crisi.

La mancanza di occupazione e di prospettive sono un elemento che incide in modo determinante sull’andamento della domanda interna. Domanda che fra l’altro, a un mese dal Natale, già risente del minor afflusso turistico nel nostro Paese.

Al di là della complessa situazione di questi giorni, è indispensabile agire con determinazione per un’effettiva, duratura e strutturale crescita dell’occupazione.

E’ il lavoro la vera risposta alla crisi della domanda interna (e della produzione) con cui il nostro Paese è alle prese ormai da anni.

Rosario Trefiletti ed Elio Lannuti, presidenti rispettivamente di Federconsumatori ed Adusbef, dichiarano che:

“I dati odierni dimostrano come non ci si debba lasciar incantare dalle sirene che incitano all’ottimismo. Le criticità permangono e vanno affrontate”.

Anche per questo chiediamo nuovamente al Governo di avviare con urgenza un piano straordinario per il lavoro che punti sulla ripresa degli investimenti per lo sviluppo e la ricerca; sulla realizzazione di infastrutture soprattutto al Sud e sulla messa in sicurezza dell’edilizia scolastica.

Sono questi i provvedimenti che vogliamo leggere nella versione definitiva della Legge di Stabilità.

Niente in contrario con i contributi per i diciottenni, ma ricordiamo al Governo di pensare anche ai pensionati al minimo ed ai giovani disoccupati, magari con una famiglia da mantenere.