CRESCENDO IN SALUTE

Pubblichiamo i risultati del questionario sulla comprensione delle etichette alimentari, distribuito ai genitori degli alunni di Borgo San Lorenzo e San Piero a Sieve, nell’ambito del progetto “Crescendo in Salute”.

Hanno risposto 930 genitori su circa 1500 questionari distribuiti.

Entusiasti del risultato lo condividiamo con voi e ringraziamo tutti i partecipanti.

Per visualizzare i risultati cliccate sull’allegato a piè di pagina.

Ferrovie e pendolari, verificheremo le intenzioni del Governo

Il giorno Mercoledì 11 Novembre si è tenuto un incontro fra i rappresentanti di Trenitalia e i responsabili nazionali delle Associazioni a tutela dei Consumatori.

L’incontro ha avuto come finalità la prestazione dei responsabili dei rapporti con le Associazioni dei Consumatori per il gruppo FS, il percorso verso il biglietto digitale nell’ambito del trasporto Regionale, oltre ad analizzare lo stato del trasporto a lunga percorrenza e dell’Alta Velocità, alla luce della prenotazione obbligatoria e delle criticità ad essa collegate.

L’analisi fatta in particolare sul trasporto regionale, riconosciuto come centrale nei programmi di Trenitalia, riguarda le prospettive di miglioramento con particolare riguardo ai cd. pendolari. In tal senso si prevede un programma (anche se con tempi lunghi) di svecchiamento del materiale viaggiante, di sicurezza sui treni, di controllo incisivo sulla regolarità del biglietto di viaggio pagato. Questo progetto ci spinge a dare un giudizio positivo dell’incontro svoltosi, riservandoci però di verificare che i cambiamenti in programma siano concertati il più possibile a livello regionale/nazionale, con una finalità che dev’essere comune: “migliorare realmente la qualità del trasporto regionale”, rendendolo sempre più sicuro e soddisfacente.

Vedremo se l’impegno sarà rispettato non soltanto a parole e se alla capacità di ascolto si aggiungerà la volontà di accogliere sia le analisi critiche che le proposte migliorative che le Associazioni dei Consumatori continueranno ad esperire.

Olio extravergine: vera e propria truffa a danno dei cittadini e dell’immagine del Made in Italy

Una vera e propria truffa ai danni dei cittadini. Così si configura la vendita di olio di oliva di categoria inferiore spacciato per extravergine.

Dopo la denuncia de “Il Test” sono scattate le analisi del laboratorio delle Agenzie delle Dogane e dei Monopoli, che hanno confermato come l’olio venduto come extravergine da ben sette note case produttrici, fosse in realtà olio di qualità inferiore. Aziende che si vantano della qualità del proprio prodotto facendo ricorso a pubblicità altisonanti.

Il danno creato da questo inganno è enorme, non solo per i cittadini che si trovano in condizioni di forte difficoltà, ma anche per l’intero Paese e per l’immagine dei prodotti Made In Italy.

Una vicenda vergognosa, che richiede un intervento immediato delle autorità competenti.

Non è tollerabile infatti scoprire un inganno di questa portata dopo la commercializzazione di milioni di bottiglie di falso extravergine. Prima di tutto chiediamo il ritiro dal commercio dei prodotti interessati, affinchè vengano rietichettati in modo corretto.

Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti rispettivamente di Federconsumatori ed Adusbef, dichiarano che:

“E’ indispensabile sanzionare adeguatamente i responsabili di questa truffa, meglio se con un tintinnio di manette, affinchè casi simili non si ripetano”.

Inoltre chiediamo un intervento dell’Antitrust. dal momento che a nostro avviso si tratta di un caso esemplare di pubblicità ingannevole.

Sollecitiamo, inoltre, il Ministero dell’Agricoltura a disporre un dettagliato piano di controlli con norme e verifiche più stringenti. Controlli che non devono avvenire solo a posteriori, ma sopratutto prima che i prodotti vengano commercializzati e che entrino nelle case degli italiani.

EGITTO: chiediamo alla Farnesina di disporre lo sconsiglio ufficiale

Sono moltissimi i cittadini che in questi giorni si recano presso i nostri sporteli per chiedere se ed in che modo possono disdire il proprio viaggio in Egitto.

Attualmente non esiste uno “sconsiglio” della Farnesina, quindi chi decide di non partire o di rientrare in anticipo lo fa a proprio rischio, con il conseguente pericolo di perdere quanto versato o anticipato.

Infatti sono molte le compagnie aeree straniere che hanno sospeso i voli verso tali zone: dalla British Airways alla Easyjet, dalla Lufthansa alla Germanwings, fino alla Edelweiss. Le compagnie del nostro Paese per adesso continuano a volare.

La Farnesina ha confermato che i voli italiani per Sharm El Sheikh non sono stati interrotti, consiglia però ai turisti di consultare la pagina Viaggiare Sicuri e di tenersi informati attraverso i tour operator per eventuali disagi. L’ENAC (ente nazionale per l’aviazione civile) a sua volta ha disposto che le compagnie nazionali compiano per conto proprio controlli di sicurezza aggiuntivi rispèetto a quelli che sono eseguiti normalmente all’aeropotro di Sharm.

Misure che a nostro parere sono ancora insufficienti.

Per questo, alla luce della delicata situazione e della preoccupazione manifestata da molti cittadini, chiediamo alla Farnesina di disporre uno “sconsiglio” di recarsi nella celeberrima località turistica egiziana e zone vicine.

Inoltre abbiamo chiesto un incontro urgente con ASTOI (Associazione Tour Operator Italiani), per definire soluzioni alternative tese a salvaguardare i diritti dei passeggeri, ma anche e soprattutto la loro sicurezza.

Chi parte per un viaggio, magari costato molti sacrifici, ha il diritto di godersi il soggiorno, all’insegna della tranquillità, del relax e del divertimento.

Di fronte, non solo all’incertezza della partenza e del rientro, ma anche all’insicurezza del soggiorno, consigliamo a chi dovesse partire per tali località di rivolgersi alle nostre sedi che verificheranno se vi sono le possibilità di chiedere il recesso dal pacchetto turistico e quindi la restituzione di quanto già versato.

Mercoledì 11 Novembre “LEGGI L’ETICHETTA”!

All’interno del progetto Crescendo in Salute, le Consulte dei genitori di Borgo San Lorenzo e di San Piero a Sieve vi invitano ad un incontro sulla lettura delle etichette dei prodotti alimentari e sul consumo consapevole che si terrà Mercoledì 11 Novembre 2015 dalle ore 21:00 presso Villa Pecori a Borgo San Lorenzo (FI).

Il progetto nasce dalla volontà delle famiglie di mettersi in gioco per condividere una cultura dell’attenzione agli stili di vita legati all’alimentazione.

Siete invitati a partecipare numerosi!

In allegato trovate la locandina che pubblicizza l’evento.

Liberalizzare vendita farmaci fascia C

Federconsumatori da anni sostiene la necessità di allargare la distribuzione dei farmaci di fascia C attraverso una completa liberalizzazione, che ne consenta la vendita anche nelle parafarmacie e nei corner della salute.

Tale operazione, che non ci spieghiamo per quale ragione sia stata cancellata dal DDL concorrenza, permetterebbe di raggiungere due obiettivi: contenere il prezzo (con un risparmio calcolato dall’Osservatorio Nazionale Federconsuamtori di circa 42€ all’anno per ciascuna famiglia) ed allargare la struttura distributiva di questi farmaci.

E’ interesse dei cittadini che venga assicurato e facilitato l’accesso alle parafarmacie: si tratta infatti di presidi sanitari, necessari sia per rispondere alle esigenze della attuale popolazione presente nel rispondere alle esigenze della attuale popolazione presente nel nostro Paese, nonchè di strutturare in grado di introdurre importanti elementi competitivi, allargando l’accesso e il ricorso ai farmaci di fascia C.

Federconsumatori è convinta che il comparto della dispensazione dei farmaci sia particolarmente delicato e il rischio di concentrare nelle mani di pochi grandi gruppi la distribuzione e la vendita dei farmaci sia reale.

Per scongiurare nuovi possibili monopoli, Federconsumatori ritiene efficace intervenire sia sulla “copertura distributiva” dei farmaci di fascia C; sia sulle cd. “dinamiche concorrenziali” nella fase di distribuzione.

Come incassare le lire: andate in Bankitalia, ci sono 3 mesi di tempo – iltirreno.it, 08/11/2015

Adusbef e Federconsumatori invitano i cittadini in possesso di vecchie lire, sia in banconote che monete metalliche, e che volessero convertirle a recarsi presso uno sportello della Banca d’Italia e chiederne il cambio in euro. Ecco come fare

Dalla sentenza della Corte Costituzionale alle modalità di recupero del valore di quanto ci è rimasto, in lire, magari in fondo ad un vecchio portafoglio, nel cassetto della nonna o nella cassetta di sicurezza rimasta chiusa per anni. Il passaggio non appare affatto breve, né tantomeno già scontato: la cosa assolutamente certa è però l’obbligo da parte della Banca d’Italia di incassare la vecchia valuta e convertirla in euro. Ecco quindi alcune domande a cui abbiamo cercato di dare una risposta con l’aiuto dell’Adusbef e di altre associazioni di consumatori.

 

LA NOVITÀ

Ho delle banconote in lire: cosa posso farne adesso?

La sentenza della Corte Costituzionale ristabilisce il diritto di conversione in euro per dieci anni a partire dal 2002. Diritto interrotto da un decreto del governo Monti che aveva tagliato di tre mesi il termine fissato al 28 febbraio 2012: secondo le interpretazioni degli esperti, quest’ultimo trimestre deve essere recuperato.

IL PERIODO

Per quanto tempo posso ottenere il cambio?

In assenza delle decisioni della Banca d’Italia, il periodo dovrebbe quindi essere di tre mesi a partire dal giorno di pubblicazione della sentenza, cioè giovedì 5 novembre 2015.

LA PROCEDURA

In concreto come mi devo comportare?

Adusbef e Federconsumatori invitano i cittadini in possesso di vecchie lire, sia in banconote che monete metalliche, e che volessero convertirle a recarsi presso uno sportello della Banca d’Italia e chiederne il cambio in euro.

IL RIFIUTO

E se l’impiegato mi nega l’operazione?

Già ieri si sono verificati casi di persone che si sono vista rifiutare il cambio tra le vecchie lire e l’euro con la giustificazione che mancano ancore le istruzioni. Chi è interessato dal provvedimento può quindi o inviare una diffida tramite un’associazione di consumatori o chiedere l’intervento della forza pubblica, i cui rappresentanti sono quasi sempre già presenti al’interno degli sportelli della Banca d’Italia.

L’AVVISO

Perché sul sito della Banca d’Italia c’è ancora un annuncio che nega la possibilità di convertire in euro banconote e monete emesse in lire?

Sul sito Internet della Banca d’Italia, come denuncia l’Unione Nazionale Consumatori, è tuttora presente l’annuncio che, senza lasciare spazio a interpretazioni, comunica che «Dal 7 dicembre 2011 non è più possibile convertire in euro biglietti e monete in lire (art. 26 del Decreto Legge 201/2011)». L’Unc ne ha chiesto l’immediata rimozione.

IL CAMBIO

Quale tasso di conversione deve essere applicato nell’operazione di sostituzione delle vecchie lire con gli euro?

Il cambio è quello stabilito ufficialmente e applicato al momento del passaggio alla moneta unica europea, cioè 1936,27 lire per ogni euro.

UN PATRIMONIO

Ma sono ancora tante le vecchie lire in circolazione?

Decisamente sì. Secondo i calcoli dell’Adusbef, sarebbero restati vacanti (ossia non richiesti di conversione) circa 2.600 miliardi di banconote in lire. Questo senza contare le monete metalliche delle quali la Banca d’Italia non tiene neppure il conto, dato che non possiedono i numeri di serie.

IL GUADAGNO

Perché il governo guidato da Mario Monti decise di sospendere in anticipo la conversione tra lira e euro?

Lo Stato incassò in questo modo un miliardo e 200 milioni di euro per l’addio anticipato alla possibilità di cambiare la lira che oggi la Consulta ha definito incostituzionale. La somma fu versata in tre diverse rate da Bankitalia nelle casse statali. (s.b.)

#NoSlot: Stop alla pubblicità sul gioco d’azzardo

La ludopatia è una patologia che colpisce circa un milione di cittadini di cui il 20% sono giovani e che causa enormi danni sociali ed economici. Il contrasto a questo fenomeno passa anche attraverso l’approvazione immediata del disegno di legge del Movimento 5 Stelle che vieta totalmente le pubblicità sul gioco d’azzardo.

Un disegno di legge sostenuto da tutte le Associazioni no-slot: comprese quelle che fanno parte della campagna Mettiamoci in Gioco, tra cui Federconsumatori, per cui il Senato ha votato la procedura d’urgenza.

Tale proposta di legge è semplice e chiara, che trova potenzialmente amplissima condivisione in entrambe le Camere ove esistono disegni di leggi analoghi a quello del M5S. Una legge sulla quale le Associazioni hanno avviato una campagna unitaria e trasversale di mobilitazione.

In Italia il gioco d’azzardo, in particolare le Video Lottery, è il primo mercato in Europa, con una diffusione pro-capite quasi tripla rispetto agli Stati Uniti d’America. Le scommesse sportive si possono effettuare anche durante gli eventi live (cioè in tempo reale) e sono uno dei settori in massima crescita, specialmente fra giovani e giovanissimi.

La maggior parte dei minorenni, ben il 51%, ha giocato d’azzardo almeno una volta nel corso dell’ultimo anno: di questi il 6% gioca quotidianamente. Il 20% dei giovani poi è preda del gioco d’azzardo on-line, su cui il Governo ha aumentato pericolosamente le concessioni , pari al 50% del mercato attuale!! Il gioco d’azzardo on-line è totalmente fuori controllo ed inoltre nasconde evasioni fiscali miliardarie.

Pertanto quello della pubblicità sul “Gioco” prevede un marketing sempre più spregiudicato ed aggressivo che ha spesso speculato sulla crisi economica, proponendo attraverso l’illusione di“tentare la sorte” la soluzione a problemi sofferti dalle famiglie e dai singoli che vedono invece restringersi le oppurtinità di un progetto di vita futuro. Infatti il gioco d’azzardo impatta in maniera maggiore sulle fasce di popolazione a basso reddito: nelle Regioni con minor reddito si ha mediamente una maggior percentuale di spesa dedicata al Gioco, ben il 66% degli affetti da ludopatia è disoccupato.

Se a ciò si unisce il fatto che l’azzardo si pratica per concessione statale e che lo Stato da esso ricava risorse economiche inferiori ai costi sociali ricadenti sul Servizio Sanitario Nazionale, si ravvisa una contraddizione implicita dei principi enunciati nell’ Art.3 della Costituzione Italiana che afferma nel secondo comma (cd. eguaglianza sostanziale):

“E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”

Mentre è lo Stato stesso che consente pratiche che pone maggiori ostacoli alle fasce di popolazione più deboli e che dunque impatta su un numero enorme di persone in maniera disastrosa.

Quindi è paradossale che le convenzioni di concessione in vigore obblighino i concessionari ad investire capitali ingenti in pubblicità.

Inoltre l’argomento per cui il gioco d’azzardo legalizzato contrasterebbe quello illegale è stato ampiamente confutato dalla relazione della Commissione Parlamentare di Inchiesta Antimafia, della precedente legislatura che evidenzia come l’illegalità si insinui pesantemente nel gioco d’azzardo legale, come peraltro ha documentato l’Associazione Libera, raccogliendo una csistica di infiltrazioni malavitose, pervasiva in ogni Regione d’Italia.

Medici in sciopero contro scelte del Governo: 16 dicembre stop di 24 ore

Il Governo dice che nella Legge di Stabilità non ci sono tagli alla Sanità Pubblica; tuttavia i medici non la pensano allo stesso modo.

Infatti è stato proclamato uno sciopero generale di 24 ore per il giorno Mercoledì 16 Dicembre. Ad incrociare le braccia saranno i medici ospedalieri e quelli di famiglia. Le sigle sindacali del settore protestano contro il “grave e perdurante disagio ai cittadini da politiche orientate esclusivamente ad una gestione contabile del Servizio Sanitario Nazionale, ma è anche una risposta ai recenti provvedimenti varati dal Governo, con l’unico obiettivo del risparmio economico, sempre meno legati all’obbligo di rispondere ai loro bisogni assistenziali secondo i principi di equità, giustizia e sicurezza.

E’ forte l’accusa dei camici bianchi che denunciano la “mortificazione del ruolo, dell’autonomia e della responsabilità dei medici, il cui esercizio professionale di garanzia viene intimidito e limitato”. I sindacati si rivolgono al Governo ed alle Regioni chiedendo “attenzione per la salute dei cittadini e consapevolezza delle pesanti e negative ripercussioni sulle liste d’attesa, sull’integrazione ospedale-territorio, sulle condizioni di lavoro, sulla qualità e sicurezza delle cure, sulla sperequazione esistente nell’esigibilità del diritto alla Salute e nei livelli di tassazione, che derivano da un progressivo impoverimento del Servizio Pubblico”.

I medici chiedono inoltre di porre fine all’intollerabile “caccia alle streghe” che prevede sempre e soltanto sanzioni o multe a carico del medico, come panacea di tutti i problemi legati all’erogazione delle prestazioni sanitarie .

Federconsumatori dichiara che: “Il Patto per la Salute prevedeva per il 2016 ben 115,4 miliardi di Euro da destinare al Fondo Sanitario Nazionale. Nella Legge di Stabilità invece vengono assegnati solo 111 miliardi, una cifra del tutto insufficiente a far fronte alla domanda di salute di cittadini.

Questi nuovi tagli avranno effetti disastrosi sulla qualità e sulla disponibilità di servizi e prestazioni: in pratica sulla salute dei cittadini. In tal modo si delinea una spinta inesorabile verso servizi e prestazioni legati alla sanità privata, prerogativa esclusiva di chi può permetterselo. Riteniamo dunque pericolose ed inefficaci le aspettative su ipotetici risparmi che, comunque, rischierebbero di non rimanere a disposizione della Sanità pubblica”

Federconsumatori insiste sulla necessità di scelte tese a salvaguardare il diritto alla Salute, con particolare attenzione ai bisogni delle fasce più disagiate e bisognose, impoverite soprattutto dalla spese sanitarie sostenute di tasca propria: “E’indispensabile non compromettere ulteriormente il carattere universale del nostro Servizio Sanitario Nazionale ed è inoltre necessario l’impegno di tutti per superare le crescenti disuguaglianze ed esclusioni.”

Azioni BpVi, consumatori in assemblea – La Nazione (ed. Prato), 03/11/2015

FEDERCONSUMATORI Prato e Toscana, per discutere con i cittadini azionisti della Banca popolare di Vicenza le iniziative più opportune per meglio tutelare gli interessi dei soci consumatori, promuovono un’ assemblea per venerdì 6 alle 17 presso la Camera di commercio. Saranno presenti i rappresentanti toscani e pratesi dell’ associazione, della Consulta giuridica nazionale e regionale, guidati dal presidente Nazionale Sergio Veroli. GLI AZIONISTI, dopo il comunicato del cda della BpVi d’ aprile, si sono trovati in possesso di azioni svalutate di colpo del 23%.Grande è l’ amarezza dei risparmiatori possessori di quei titoli, i quali a seguito di tale notizia, oltre alla potenziale perdita di capitale hanno subito la beffa di vedere aumentare nel tempo il valore delle azioni quando le altre Banche Popolari hanno visto, chi più chi meno, diminuire i valori delle loro quotazioni. La beffa è ancor più evidente in quanto i risparmiatori clienti BpVi sono stati chiamati a sostenere gli aumenti di capitale, con la prospettiva di potenziamento e/o acquisizioni di altre banche al solo fine, ad oggi sospetto, che tali operazioni siano state utilizzate a tamponare necessità di bilancio. L’ imminente trasformazione in Spa che dovrebbe avvenire nel 2016 e la successiva quotazione in borsa non lascia certo maggiore fiducia sulle prospettive di recupero da parte degli azionisti, anzi le previsioni sono orientate alla negatività. In questa drammatica situazione ancora più grave è la situazione per tutti coloro che avendo chiesto un fido, un prestito o un mutuo ipotecario si sono visti offrire un pacchetto di 100 azioni corrispondente a circa seimila euro, pregiudiziale all’ ottenimento, senza avere informazioni sul rischio finanziario rappresentato dalle prospettive di valore futuro.