Salute: il Parlamento escluda ogni possibilità di aumento dei ticket

Mentre il testo sulla Legge di Stabilità approda in Parlamento, continuano ad esser a dir poco vaghe le informazioni in merito a ciò che il testo prevede in materia di sanità. Ci sono in particolare tre questioni che allarmano l’opinione pubblica ed in merito alle quali è urgente fare chiarezza:

 

  • Entità delle risorse destinate alla Sanità
  • Possibile aumento delle aliquote fiscali locali e dei ticket al fine di far fronte al disavanzo sanitario
  • Responsabilità di medici e sanitari con conseguente risarcimento per i danni subiti a seguito di pratiche e prestazione mediche errate

 

A tal proposito Federconsumatori ritiene inaccettabile qualsiasi ipotesi di inversione dell’onere della prova che gravi sul paziente: non è assolutamente ammissibile che il cittadino debba dimostrare non solo il danno subito ma anche l’errore e le conseguenti responsabilità.

Il Parlamento dovrà impedire che i pazienti, oltre al danno, subiscano anche la beffa. In questo contesto i cittadini sono la parte “lesa” e non accettiamo che siano anche tenuti a dimostrare danni, errori e responsabilità.

Federconsumatori chiede la separazione delle attività di mercato dell’ Acquirente Unico.

Il 22 Ottobre su indicazione della Capogruppo GSE, sono stati nominati i Presidenti-Amministratori Delegati: Massimo Ricci e Andrea Peruz.

A loro gli auguri di buon lavoro dalle Associazioni dei Consumatori.

Cogliamo l’occasione per esprimere il nostro punto di vista sull’avviata riorganizzazione del Gruppo Gestore Servizi Energetici ed in particolare sul nuovo assetto dell’ Acquirente Unico.

Crea infatti qualche preoccupazione la nomina nei consigli di Amministrazione di quattro consiglieri espressione diretta del GSE: due nel Consiglio di Amministrazione del Gestore dei Mercati Energetici (GME) e due nel c.d.a. dell’ Acquirente Unico (AU).

Ciò conferma la volontà della capogruppo GSE di esercitare un controllo stringente nei confronti delle due società; controllo che rischia di intaccare l’autonomia, l’indipendenza e la terzietà di cui GME ed AU hanno bisogno per ottemperare al meglio i propri compiti.

Il richio che paventiamo è che un c.d.a. composto da tre membri, di cui due in rappresentanza diretta del GSE, lasci all’Amministratore Delegato margini di autonomia piuttosto ristretti. Una stretta che rischia di apparire troppo vincolante e che potrebbe creare, specie per l’AU, conflittualità col GSE. E ciò va da subito evitato!!

L’AU ha visto negli ultimi anni ampliare la propria missione: la sua attività non si limita all’approvigionamento di energia elettrica a famiglie e piccole imprese del “tutelato”, ma comprende servizi quali lo Sportello del Consumatore, il Sistema Informativo Integrato e il Servizio di Conciliazione. Tutte attività indispensabili per il buon funzionamento del Mercato Energetico.

La gestione di tali servizi non sempre si concilia con l’attività del GSE. Ad esempio, ai servizi sopra descritti possono accedere consumatori, piccole imprese, consumatori-produttori di rinnovabili (icd. Prosumer).

Il quesito è stato sollevato in questi giorni da molti: cosa accede se un Prosumer accede al servizio di conciliazione e seganla una criticità che vede come controparte il GSE? Ne consegue un conclamato conflitto d’interesse difficile da dipanare.

Federconsumatori ed Unione Nazionale Consumatori sostengono che questa è “un’asimmetria che come Associazioni poste a tutela dei consumatori e Prosumer denunciamo fin da subito, invitando i responsabili ad assumere provvedimenti idonei a prevenire tali incresciose criticità.”

Chidiamo pertanto al Ministero dello Sviluppo Economico, all’ Autorità per l’energia elettrica il gas ed il sistema idrico (AEEGSI) ed allo stesso GSE di prendere in considerazione per il Gruppo, modelli organizzativi e di governance che garantiscano autonomia ed indipendenza alle Società, anche attraverso processi di “spacchettamento” che separino, nel caso dell’AU, le attività di mercato dalle altre attività quali lo Sportello del Consumatore, il Servizio di Conciliazione ed il Sistema Informativo Intregrato.

Confermiamo infine la necessità di un confronto aperto e costruttivo fra le Istituziuoni preposte, il GSE e le Associazioni dei Consumatori senza mai dimenticare che sono stati gli utenti finali i destinatari dei Servizi energetici erogati e sono attenti alla loro qualità ed ai loro costi, visto che li sopportano in bolletta!!

Il Servizio Sanitario Nazionale subisce altri tagli!!

Nonostante le rassicurazioni da parte del Governo, il finanziamento al Fondo Sanitario Nazionale risulta ulteriormente tagliato o come si preferisce dire “definanziato”.

Un provvedimento che riteniamo grave e pericoloso, dal momento che è evidente come le esigenze di bilancio continuino a prevalere sulla salute dei cittadini e sull’esistenza stessa del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Questo significa che il Governo continua a sottovalutare il forte grido d’allarme che viene dai cittadini, che si sentono direttamente colpiti da tali scelte dirette a ridurre le risorse da destinare alla sanità pubblica la fine di incentivare il ricorso alla sanità privata.

Un rifugio che tra l’altro è destinato esclusivamente ai pochi che possono sostenerne i costi assai onerosi.

Tutti gli altri, che in ogni caso pagano regolarmente le tasse e di conseguenza finanziano il SSN, sono costretti a fare i conti con interminabili liste di attesa e ticket insostenibili.

Ma al di là dell’allarme circa le ulteriori riduzioni di efficienza e risorse del Servizio Sanitario Nazionale, i cittadini manifestano sempre maggior consapevolezza e preoccupazione per un grave problema che riguarda il nostro sistema sanitario: la volontà di tagliare i costi anche a discapito della qualità e dell’adeguatezza delle prestazioni.

Necessario un bonus acqua per le famiglie di “morosi incolpevoli”.

Tariffe sociali che vadano incontro alle necessità di una popolazione che ha raggiunto soglie di povertà significative e che spesso non riesce a far fronte al pagamento delle bollette. Se, infatti, quando si parla di energia, riscaldamento, telefono, il tema è delicato e diventa addirittura “fragile” se si parla d’acqua, di servizio idrico.

E’ per questo che Federconsumatori ed Unitalia hanno promosso una ricerca – Primo Rapporto sulle agevolazioni tariffarie nel Servizio Idrico Integrato – per capire quali siano le dimensioni del fenomeno e come agire (consumatori e gestori assieme) per supportare l’AEEGSI in un percorso che porti al BONUS ACQUA, cioè una forma di supporto per le famiglie meno abbienti già sperimentato con successo per l’Energia.

 

CONTENUTI:

Il Rapporto è stato elaborato con l’intenzione di descrivere un quadro della situazione nel settore idrico che intercetti le pratiche oggi in uso presso i gestori e le tipologie di agevolazioni concesse a sostegno delle famiglie economicamente disagiate, anche in considerazione di dati statistici nazionali che indicano un aumento della soglia di povertà quale effetto della crisi economica degli ultimi anni.

Si sono inoltre messe in evidenza le modalità di accesso alla “tariffa sociale” sul territorio nazionale. Prendendo in considerazione i dati dei principali gestori che erogano il servizio idrico in tutti i capoluoghi di provincia è stata in sostanza esaminata la situazione per un campione di 44 milioni di abitanti, pari al 71% della popolazione.

Dall’indagine è emerso che il 76,3% degli utenti può accedere ad un’agevolazione tariffaria se si trova in difficoltà. Rapportando la percentuale all’intera popolazione, si evince che più di 46 milioni di abitanti potrebbero, in caso di bisogno, ricevere aiuto in tal senso.

La diffusione delle agevolazioni risulta più alta al Centro Italia, dove il 94% della popolazione è potenzialmente coperto da agevolazioni, mentre la percentuale scende all’83% per il Sud ed addirittura al 63% al Nord.

In generale le aziende di grandi dimensioni che gestiscono il servizio idrico prevedono agevolazioni con maggior frequenza (80%) mentre solo il 36% delle aziende più piccole è in grado di garantirle ai propri utenti.

 

AGEVOLAZIONI:

Il panorama delle agevolazioni è molto diversificato. Ci sono quelle in misura fissa per tutti gli utenti a basso reddito (ISEE), per le famiglie numerose, per le famiglie con al loro interno soggetti portatori di handicap e per quelle famiglie in particolare difficoltà economiche (cassa integrazione, mobilità, disoccupazione, cessazione di attività, licenziamento) nonchè regimi che prevedono l’erogazione di un quantitativo fisso di acqua a cui si applica la tariffa agevolata o agevolazioni che prevedono lo sconto della quota fissa.

Ci sono anche agevolazioni in misura “variabile”, che possono consistere in una percentuale di sconto sul totale della spesa o sulle singole componenti tariffarie oppure nell’applicazione di una tariffa al metro cubo ad hoc per le urenze disagiate.

Il criterio di assegnazione delle agevolazioni maggiormente utilizzato (più del 64% della popolazione) è il livello reddituale. In particolare le agevolazioni riguardano nella maggior parte dei casi le famiglie con un ISEE (il cui valore è compreso fra i 7000€ e i 13000€) che possono beneficiare dei bonus indipendentemente dal numero del neclo familiare stesso.

I risultati dell’indagine hanno offerto, nel dibattito che ne è seguito, lo spunto per sollecitare il Governo, il Parlamento e l’AEEGSI affinchè si possa arrivare al più presto alla costituzione di un bonus idrico nazionale valido per tutta la popolazione, utilizzando la positiva esperienza del bonus energia-gas, ma cogliendo la peculiarità del servizio idrico.

Federconsumatori svela i “segreti” della carta sanitaria – Il Tirreno 21 ottobre 2015

Il Tirreno – 21 ottobre 2015

NAVACCHIO. Diffondere l’uso della carta elettronica sanitaria e informare i cittadini sulle sue diverse funzioni. È lo scopo dell’iniziativa organizzata da Federconsumatori di Pisa al centro dei Borghi di Navacchio, in programma oggi dalle 15, che inaugura un ciclo d’incontro sullo stesso tema.

Il progetto è nato da un accordo di collaborazione siglato tra Regione Toscana, Adiconsum, Adoc e Federconsumatori. «Ad oggi la carta sanitaria elettronica è stata attivata da circa 60% dei cittadini toscani – si legge in una nota di Federconsumatori – e non sono tanti quelli che la usano sfruttando tutte le possibilità che essa offre. Un uso corretto e appropriato consentirebbe ai cittadini di avere tanti servizi e informazioni senza doversi recare di persona e fare lunghe file, con un notevole risparmio di tempo e di costi per se stessi e per la pubblica amministrazione».

Le iniziative di informazione e divulgazione sono in programma anche giovedì, sempre al Centro dei Borghi di Navacchio; il 6 novembre alla Coop di Pontedera in via Umberto Terracini, il il 20 novembre alla Coop di Pisa Porta a Mare, in via Ponte a Piglieri.

L’appuntamento si svolge dalle 15 alle 19 con i volontari della Federconsumatori che forniranno le informazioni essenziali sull’uso e le funzioni della carta elettronica sanitaria e sull’uso dei Totem PuntoSi, che saranno prossimamente dislocati in diverse sedi anche non istituzionali, come ulteriore accesso ai servizi. Gli operatori delle Asl presenti verificheranno l’attivazione delle carte e, in caso di smarrimento della password, procederanno ad una nuova attivazione.

«Tutti i cittadini toscani, se hanno attivato la propria carta sanitaria elettronica, oltre agli usi a cui siamo abituati come l’accesso tradizionale alle prestazioni sanitarie, il codice fiscale, le Tessera Europea di assicurazione malattia, possono, tramite un pc munito di lettore smart card o un totem PuntoSI – prosegue il comunicato di Federconsumatori – consultare i propri referti di laboratorio e di radiologia, ovunque effettuati in Toscana, attivare il proprio fascicolo sanitario elettronico e controllare le proprie vaccinazioni. Inoltre è possibile consultare le documentazioni relative ai ricoveri, gli accessi al pronto soccorso, i farmaci e le eventuali esenzioni per patologia, oltre a consultare e autocertificare la propria posizione economica in riferimento al ticket.

All’attivazione viene consegnata una password (pin) che consente di utilizzare la carta in maniera sicura, come un bancomat. La carta sanitaria elettronica, una volta attivata, permette di accedere anche ai servizi online di altre pubbliche amministrazioni, come il fascicolo Inps, processi civili, Sportello unico attività produttive. Oltre alle iniziative nei centri commerciali, il progetto prevede anche l’organizzazione di incontri di approfondimento e

veri e propri moduli formativi, rivolti in modo particolare a quanti hanno maggiori difficoltà all’accesso e all’uso degli strumenti informatici, con la collaborazione e il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali dei pensionati, associazioni di volontariato.

Trasporti: un’Italia a due velocità

La situazione di pesante disagio che vivono ogni giorno i pendolari deriva dai tagli al trasporto pubblico e dall’assenza di controlli di cui sono responsabili il Ministero delle Infrastrutture e le Regioni.

Quello che sta succedendo è frutto di investimenti me attenzioni, che devono essere indirizzati nelle aree urbane per dar risposta a quasi 3 milioni di cttadini e ai tanti che ogni giorno, per lavoro o per necessità, vorrebbero prendere un treno.

Senza un intervento radicale, purtroppo, aumenteranno le differenze fra una parte e l’altra del Paese, con un denominatore però comune sia al nord che al sud: a pagare in termini di costi e di disagi saranno sempre più i cittadini!

E’ un Italia che viaggia a due velocità: da una parte l’altra velocità delle Frecce e di Italo che collegano Milano, Firenze, Roma; Napoli, Torino e Veneziacon un offerta sempre più ampia e articolata, sempre più remunerativa. Fra Roma e Milano l’aumento dell’offerta è stato pari al 450% ed anche nel 2014 sono cresciuti dell’8% i passeggeri.

Dall’altra parte, quella “lenta” dei treni regionali, dove si viaggia troppo spesso fra tagli, ritardi e disservizi e con oltre 1.189 Km di rete ferroviaria storica ormai chiusi. In questo Paese a due velocità si riduce il numero dei passeggeri sulle linee regionali: se ne contano 90mila in meno al giorno, con differenze sostanziali fra le Regioni e a causa proprio dei continui tagli effettuati in questi anni al trasporto ferroviario con risultati evidenti. Ad esempio in Campania dal 2010 ad oggi sono stati effettuati tagli complessivi del 19% al servizio con punte del -50% su alcune linee. La conseguenza è che vi sono 150mila persone in meno sui treni campani. In Piemonte, invece, i taglia al servizio pari al -7,5% dei treni*km e la cancellazione di ben 14 linee hanno portato a far scendere i vaggaitori di 33mila unità dal 2012 al 2013. Eppure se si migliorasse il servizio, i viaggiatori aumenterebbero, lo dimostra la novità di quest’anno con i premi di Pendolari 2014 assegnati a tre Regioni.

La Regione Puglia per il progetto integrato per l’area metropolitana di Bari, con un grande successo in particolare per la linea Bari-Aeroporto. La provincia di Bolzano per il recupero delle linee in Val Venosta e in Val Pusteria, dove gli investimenti in materiale rotabile e nelle stazioni hanno portato quasi a triplicare i passeggeri.

La Regione Toscana è stata premiata per la riapertura della linea Cecina-Saline di Volterra.

Mentre il potenziamento del trasporto regionale procede a rilento, dall’altra parte cpntinuanoi finanziamenti per il trasporto su gomma. Dal 200 al 2014 sono piovuti sull’autotrasporto 5,6 miliardi di Euro, tra fondi diretti al sostentamento del settore, sconti sui pedaggi autostradali, riduzioni sui premi INAIL e RCA, deduzioni forfettarie non documentate per circa 113 milioni annui.

I finanziamenti da parte dei Governi che si sono succeduti in questo decennio attraverso la Legge Obiettivo ed il Piano Infrastrutturale hanno premiato per il 66% gli investimenti in strade ed autostrade, con un’attenzione prioritaria alle grandi opere. Anche le Regioni continuano a scegliere il trasporto su gomma come priorità per l’investimento! Complessivamente rappresentano il 56,6% degli stanziamenti regionali, mentre ferrovie e metropolitane devono spartirsi il restante 43,7%.

Il Governo e le Regioni devono capire che il servizio ferroviare è indispensabile per un Paese che vuole essere moderno, rispettose dell’ambiente e competitivo.

Non dimentichiamo che i treni pendolari italiani sono i più lenti d’Europa, oltre a questo il parco macchine ferroviario è vecchio ed in molti casi obsoleto; proprio per queste carenze ogni giorno vi sono ritardi, soppressioni e disagi che affliggono i viaggiatori.

Ci aspettiamo quindi la definizione di politiche legate alla mobilità ferroviaria che considerino come punto qualificante e prioritario quei milioni di donne e uomini che ogni giorno si spostano con mezzi pubblici e vorrebbero un trasporto all’altezza di una nazione civile.

Controlli caldaie: Governo e Regioni informino i cittadini

I controlli periodici sull’efficienza energetica degli impinati di climatizzazione invernale (caldaie) ed estiva (condizionatori d’aria) sono regolati sia da una norma comunitaria, direttiva 2010/31/UE, che da una legge nazionale, il d.lgs 192/2005 attuato dal DPR 74/2013.

Tale normativa rinnova tutta la disciplina dei controlli prevedendo per gli impinati a combustible liquido o solido il controllo di efficienza energetica (controllo dei fumi) ogni 2 anni e per tutti gli impiantia gas ogni 4 anni (naturalmente quelli inferiori o uguali a 100kW).

Per quanto riguarda invece la manutenzione c’è l’obbligo di far effettuare i controlli a ditte abilitate attenendosi alle indicazioni del libretto fornito dall’installatore della caldaia ovvero, in mancanza di questo, del libretto del fabbricante. Se non si fosse in possesso di nessuno di questi, bisogna attenersi alle prescrizioni ed alle periodicità previste dalle normative UNI e CEI, che in genere sono una volta all’anno oppure, nelle cadaie ad alta efficienza, una volta ogni due anni.

Le nuove regole sull’efficienza consentono ad ogni famiglia di risparmiare dai 50 ai 60 Euro ogni 4 anni per le caldaie tradizionali (che corrispondono al 70% degli impianti totali) e dovrebbero essere uguali su l’intero terrirorio Nazionale, oltre che in tutta l’Unione Europea.

Nonostante ciò, in Italia, non tutte le Regioni hanno recepito questa normativa adattandola al contesto locale; anche se la situazione è migliorata rispetto allo scorso anno. Resta il fatto che tale disomogeneità determina una situazione d’incertezza e di confusione per i cittadini consumatori. Inoltre si rischia di vanificare in taluni casi l’obiettivo primario della normativa che vuole garantire l’efficienza energetica delle caldaie su tutto il territorio Nazionale.

Dev’essere chiara la distinzione fra controllo sull’efficienza energetica (prova fumi) che va fatta ogni 4 anni per tutti gli impianti a gas inferiori o uguali a 100 kW e ogni 2 anni per gli impianti a combustibile liquido o solido; e la manutenzione della caldaia che va fatta con la cadenza e le prescrizioni previste dal libretto dell’installatore ovvero del fabbricante ovvero dalle norme UNI e CEI.

Chiediamo pertanto al Governo e alle Regioni che non si sono ancora adeguate di ricordarsi per il rispetto di quanto previsto dal DPR 74/2013, uniformando le regole n questo campo così importante per tutti i cittadini e di promuovere la massima chiarezza con apposite campagne informative.

Auspichiamo altresì che tutta la materia energetica, anche in vista della riforma del Titolo V della Costituzione, venga trattata in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. E ciò sia a garanzia dei Consumatori che della massima efficienza energetica.

Federconsumatori invita alla prudenza «Gli Istituti di credito non sono dei benefattori»

NON E’ TUTTO rose e fiori. le associazioni dei consumatori invitano infatti a fare attenzione e ad usare prudenza. «E’ bene sottolineare – spiega Giuseppe Minigrilli, presidente locale di Federconsumatori – che gli istituti di credito non sono diventati improvvisamente generosi. I mutui li erogano, anche fino a coprire il 50% del valore dell’ immobile, ma è bene sottolineare che lo fanno soltanto a certe condizioni. Bisogna avere dei requisiti: il lavoro a tempo indeterminato è naturalmente indispensabile, oppure chiamare genitori e nonni a garantire. Non è insomma così facile».

 

– La Nazione (ed. Firenze), 15/10/2015

Rc Auto, verso l’eliminazione delle disparità territoriali.

Grande soddisfazione per la vittoria di una battaglia che Federconsumatori conduce da anni.

Alla camera dei deputati è stato approvato nei giorni scorsi un emendamento che abbiamo promosso e sostenuto da anni: l’eliminazione delle inaccettabili disparità a livello territoriale nella determinazione delle tariffe RC auto.

Nel DDL concorrenza l’art.6 bis è stato approvato quanto segue: “Per i contraenti residenti nelle Regioni con costo medio del premio, calcolato sulla base dell’anno precedente, superiore alla media nazionale, che non abbiano effettuato sinistri con responsabilità esclusiva o concorrente, per un periodo pari ad almeno cinque anni e che abbiano installato il dispositivo di cui all’art.132 ter comma 1 lettera b del codice delle assicurazioni privati, di cui al d.lgs. 7 settembre 2005 n.209, introdotto dall’art.3 comma 1, della presente legge (la cd. scatola nera), l’IVASS stabilisce una percentuale di sconto minima tale da commisurare la tariffa loro applicata a quella media applicabile ad un assicurato, con le medesime caratteristiche soggettive e collocato nella stessa classe di merito, residente nelle Regioni con un costo medio del premio inferiore alla media nazionale riferito allo stesso periodo.”

Si tratta di un importante passo avanti verso la cancellazione della vera e propria discriminazione esistente nei confronti degli automobilisti residenti sopratutto nel Sud Italia. Qui infatti le tariffe arrivano a sfiorare oltre il 50% in più rispetto ad un automobilista residente in una provincia del Centro-Nord.

Questa è una situazione intollerabile e che deve essere riportata alla normalità.

Per questo ci aspettiamo che tale provvedimento diventi operativo il prima possibile, senza modifiche, in quanto contribuirà concretamente alla riduzione dei sinistri ed alla promozione di comportamenti virtuosi.

SCACCO ALLA LOTTA ALL’EVASIONE

“Sono maturi i tempi per l’utilizzo della moneta elettronica che avrà impatto positivo sulla riduzione del sommerso e dell’evasione fiscale”, queste le affermazioni dell’Agenzia delle Entrate di un anno fa che la Federconsumatori Toscana condivide in pieno.

Sconcerta pertanto la decisione del governo di aumentare da 1000 a 3000 euro il tetto massimo per il pagamento in contanti. Un passo indietro rispetto alla tracciabilità dei pagamenti, si toglie infatti una delle chiavi di lotta al sommerso e all’evasione fiscale.

La Federconsumatori Toscana considera tale scelta dannosa per il paese e per i cittadini onesti e assolutamente avulsa rispetto all’aumento del consumo.