Una convezione in difesa dei diritti Accordo Federconsumatori Toscana e associazioni IOPARLO

L’Associazione IOPARLO ha firmato una convezione con Federconsumatori Toscana al fine di poter garantire ai propri associati, una maggiore difesa dei diritti e un’assistenza certa e qualificata in caso di presentazione di ricorsi in sede giudiziale o amministrativa per le eventuali controversie che dovessero sorgere nella definizione del riconoscimento della “sordità civile”, “invalidità civile” e situazione di “handicap”, necessario all’accesso gratuito di protesi ed ausili e/o la fruibilità di permessi ai sensi della legge 104 del 1992.
“Quando veniamo a conoscenza della presenza di una disabilità uditiva all’interno di un nucleo familiare – dice Laura Brogelli, presidente associazione IOPARLO – spesso veniamo sottoposti a ripetute visite e a numerosi esami. La ricerca di una diagnosi certa e di un percorso di presa in carico adeguato è la prima grande preoccupazione ma, non basta. C’è anche la necessità di rivolgersi alle pubbliche amministrazioni perché sono loro che riconoscono al bambino (ma anche all’adulto) quei diritti e benefici utili ad affrontare la vita nel rispetto dell’autonomia raggiungibile. Il riconoscimento dello stato di “sordità civile” e “handicap” sembrano cose secondarie ma sono quel primo passo necessario per ottenere la fornitura gratuita di protesi e ausili (certificazione di sordità civile), oppure quei permessi lavorativi che possano consentire ai genitori di stare più vicino al proprio bambino (certificato di handicap). Il riconoscimento di tutto questo spesso, oltre ad essere complicato non è neanche lineare. Per noi era quindi fondamentale costruire questa sinergia, tanto più preziosa nei casi “complicati” che si concludono con eventuali ricorsi e quindi necessitano di un’adeguata assistenza durante le pratiche di ricorso in via giudiziale o amministrativa.”
“Una convenzione – precisa Fulvio Farnesi, presidente di Federconsumatori Toscana – nata sul campo. Entrambe le associazioni infatti svolgono servizio sia all’Ospedale Meyer che a Careggi, dove abbiamo avuto modo di conoscerci, collaborare e discutere. Ci siamo incontrati e abbiamo deciso di mettere a disposizione i nostri legali e la nostra esperienza su un problematica specifica per la quale l’associazione IOPARLO trovava difficile dare risposte efficaci ed efficienti ai propri associati”
Grazie a questa convenzione i soci dell’Associazione IOPARLO potranno, in caso di necessità, rivolgersi alle sedi della Federconsumatori sull’intero territorio regionale e ottenere assistenza legale a fronte di onorari minimi tabellari. La tessera di Federcunsumatori sarà, in quei casi, a carico dell’associazione IOPARLO.

L’associazione Federconsumatori Toscana ha sedi in tutta la Toscana, per trovare quella della propria provincia è possibile consultare il sito internet www.federconsumatoritoscana.it
Per contattare l’associazione IOPARLO è possibile inviare una mail info@ioparlo.org oppure chiamare i numeri 3288261439 – 3492632392 – sito internet e pagina Facebook ioparlo.org

Commercio: -1,3% rispetto al 2015. Torna lo spettro della crisi (per non era mai andato via), il Governo non si è mai deciso a cacciarlo veramente.

Fino ad oggi ci siamo allarmati perché le vendite erano ferme, oggi torniamo purtroppo a denunciare una grave diminuzione. Se, infatti, rispetto a maggio 2016 le vendite al dettaglio aumentano di un impercettibile 0,3%, quel che è grave è che diminuiscono del -1,3% rispetto al 2015.
“Si tratta della prova certa ed inequivocabile del fatto che il Paese non conosce alcuna ripresa e che gli annunci fatti fino ad oggi sono solo fumo negli occhi.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Tanti anni di forte contrazione dei consumi (-10,4% nel triennio 2012-2013-2014, pari ad una diminuzione complessiva della spesa delle famiglie di 78 miliardi di euro) avrebbero dovuto insegnare qualcosa: che la crisi della domanda interna è in grado di trascinare l’intera economia in un baratro profondo, che solo la redistribuzione dei redditi ed il rilancio del potere di acquisto possono arginare.
Per questo è indispensabile ed urgente agire in tal senso. Ben vengano tutte le misure di contrasto alla povertà (purché vi siano gli opportuni accertamenti su chi godrà di tali agevolazioni), ma da sole non bastano.
Continuiamo a ripetere che il Lavoro è il punto cardine da cui ripartire. Avviare un Piano Straordinario per il Lavoro è il primo passo per dare nuovo slancio all’intero sistema economico.
Un piano che preveda investimenti per lo sviluppo e la ricerca, opere di modernizzazione e realizzazione di infrastrutture, programmi di valorizzazione dell’offerta turistica.
Creando nuovi posti di lavoro si alleggerirebbero gli oneri di molte famiglie, che sono costrette a farsi carico del mantenimento di figli e parenti disoccupati, con una spesa di circa 450 Euro al mese.
Il nostro O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha calcolato che, se la disoccupazione tornasse a valori intorno al 6% (livello pre-crisi, ancora eccessivo a nostro parere), la capacità di acquisto delle famiglie aumenterebbe di circa +40 miliardi di Euro l’anno.
Risulta, quindi, indispensabile che il Governo si decida a compiere un passo deciso in tale direzione, per gettare i presupposti di quella ripresa che finora abbiamo solo sentito invocare.

Stiamo ricevendo numerose segnalazioni da parte dei cittadini relativamente alla difficoltà nel reperire molti farmaci, alcuni di essi vitali. Non solo l’ormai noto farmaco salvavita Vercite, ma anche antibiotici, antivirali, anti-Parkinson…

Stiamo ricevendo numerose segnalazioni da parte dei cittadini relativamente alla difficoltà nel reperire molti farmaci, alcuni di essi vitali.
Non solo l’ormai noto farmaco salvavita Vercite, ma anche antibiotici, antivirali, anti-Parkinson, farmaci per il cuore, Eparina… la lista è lunga, per l’esattezza è di 97 pagine e contiene 1.200 farmaci interessati da sospensione di commercializzazione, cessazione di commercializzazione, problemi commerciali e problemi produttivi. Una carenza dovuta ad errori nel calcolare il fabbisogno di forniture nel nostro Paese o a problemi nei siti produttivi, nonché a difficoltà distributive.
Se fossero solo questi i problemi, la situazione sarebbe grave e assurda, ma ancora nei limiti della legalità.
I veri motivi che spesso causano questa carenza, invece, sono altri. Si tratta di scelte aziendali: i farmaci in questione non fanno guadagnare abbastanza le case farmaceutiche e la produzione viene quindi abbandonata, o di vere e proprie speculazioni: distributori, grossisti e farmacisti rivendono in altri paesi (dove il prezzo è più elevato) i farmaci destinati all’Italia. Un fenomeno noto con il nome di esportazione parallela. L’ennesimo modo di lucrare sulla pelle dei cittadini.
Nonostante alcune circolari che vietano tali esportazioni il fenomeno continua e i cittadini si trovano ancora nella condizione di non potersi curare. L’Aifa, il Ministero della Salute e le Regioni cosa fanno di fronte a questa grave situazione?
È ora di porre un argine alla lobby delle case farmaceutiche, che troppi danni hanno fatto nel nostro Paese.
Non parliamo di un tipo di shampoo o di una qualità di caramelle, che la casa produttrice può decidere di non produrre più perché poco remunerativi. Stiamo parlando di farmaci essenziali e già utilizzati, la cui mancata produzione causa gravi danni sulla salute dei cittadini.
Se lo Stato non è in grado di assicurare l’approvvigionamento di farmaci vitali, deve farsi carico della produzione, per garantire ai cittadini l’accesso a tali medicinali e la continuità delle terapie.
Come? Facendo pressioni sulle industrie, facendo valere il diritto alla salute dei cittadini e iniziando a produrre nello stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, su richiesta dei medici di base e dei reparti ospedalieri, i farmaci non disponibili (come già avvenuto nel novembre 2014 con la tiopronina, un antiossidante usato per diverse patologie respiratorie ed epatiche). Questo laddove, ovviamente, non sia possibile il ricorso ai farmaci equivalenti (perché, ad esempio, il brevetto non è ancora scaduto).
Abbiamo chiamato in causa l’Aifa, che finora su tale vicenda si è dimostrato un ente pressoché inutile, ora effettueremo una segnalazione all’Antitrust affinché avvii un’indagine sul mercato farmaceutico e sulle relative politiche commerciali.
Invitiamo i cittadini a continuare a segnalarci quali sono i farmaci che non riescono a reperire, in modo da aggiornare l’elenco e fornire all’AGCM un rapporto dettagliato.
“Il Governo, il Ministero della Salute e l’Aifa, consapevoli di questa grave situazione, non possono continuare a rendersi responsabili di una vera e propria omissione di soccorso!” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti. Siamo pronti ad intervenire con ogni mezzo, attraverso azioni legali, ricorsi e battaglie civili, affinché queste vergognose speculazioni commerciali non continuino a mettere a rischio la salute e vita stessa dei cittadini.

Valutazione comune delle Associazioni dei Consumatori sul nuovo regolamento approvato dall’Autorità Idrica Toscana

Le Associazioni di tutela dei consumatori, Adiconsum, Adoc e Federconsumatori,hanno incontrato

l’Assessore al Bilancio del Comune di Firenze, Dr. Lorenzo Perra, anche in qualità di Presidente

della Conferenza Territoriale del Servizio Idrico Integrato ATO 3 Medio Valdarno che comprende

sostanzialmente i Comuni serviti da Publiacqua.

L’incontro richiesto dalle Associazioni ha consentito di fare una valutazione comune sul nuovo

regolamento approvato dall’Autorità Idrica Toscana per l’attuazione delle agevolazioni tariffarie a

carattere sociale, in vigore dal 30/06/2016.

Le Associazioni condividono il superamento, con il nuovo regolamento, dell’eterogeneità finora

esistente, come pure la titolarità dei Comuni nel determinare il tetto ISEE ed eventuali altri criteri

aggiuntivi per selezionare gli aventi diritto nonché la misura dell’agevolazione , mentre ai gestori

rimane una competenza operativa di erogazione delle agevolazioni. Esprimono tuttavia l’esigenza

di una concertazione a livello di conferenza territoriale o almeno di aree omogenee, soprattutto là

dove esistono esperienze consolidate di collaborazione (Società della salute. Unioni dei Comuni…)

per evitare una eccessiva diversità di trattamento a parità di condizioni socioeconomiche.

A questo proposito l’Assessore Perra ha informato le associazioni che la ripartizione del fondo da

parte dell’AIT, è stata determinata, su richiesta della conferenza dei sindaci, tenendo conto non

solo del numero di abitanti, ma anche degli indici di differenziazione reddituale per Comune e,

quindi, con una particolare attenzione anche alla componente socio-economica del territorio.

Adiconsum, Adoc e Federconsumatori ritengono che l’importo assegnato ai Comuni del Medio

Valdarno, pari a € 2.042.280.00, consenta di dare una giusta e, ci auguriamo, adeguata risposta ai

cittadini che versano in condizioni economiche particolarmente disagiate e che possono fare

richiesta, sulla base di criteri e procedure che saranno deliberate prossimamente da parte dei

Comuni.

A questo proposito si chiede una rivalutazione, sulla base anche dei nuovi criteri ISEE , delle soglie

degli indici già previste nel 2015: fino a €. 10,935,67 ,che può essere innalzata fino a € 13.640,92

per famiglie con almeno 5 componenti o in cui è presente una persona con particolari problemi di

salute.

Per quanto riguarda le famiglie numerose, tenuto conto della penalizzazione che l’attuale

articolazione tariffaria produce, si potrebbe pensare a una estensione delle agevolazioni anche ad

altri nuclei familiari, in attesa di interventi più strutturali che tengano conto di un consumo

procapite.

Durante l’incontro le Associazioni hanno, inoltre, fatto presente come i consistenti aumenti

tariffari registrati negli anni passati hanno portato a registrare in Toscana l’applicazione di tariffe

tra le più alte a livello nazionale. Tale dato, seppure giustificato con l’esigenza di forti investimenti

e standard di qualità elevati, deve indurre a una riflessione su alcuni punti che le associazioni

hanno rappresentato all’Assessore Perra anche in qualità di presidente della conferenza

territoriale e quindi componente autorevole dell’Autorità Idrica Toscana, come l’esigenza di

rivedere i canoni di concessione ai Comuni che incidono sulla tariffa per circa il 15% e che sono

stati determinati agli inizi degli anni 2000, nonchè degli utili di bilancio raggiunti e che appaiono

talvolta come nel caso di Publiacqua, davvero consistenti e sproporzionati, tenuto conto che la

tariffa è costruita sulla base del principio del full cost recovery ( tutte le spese, quindi, vengono

riconosciute ) . Tale riconoscimento, soprattutto in assenza di ben definiti e validati costi standard,

viene definito sulla base di criteri determinati, che risultano assolutamente inadeguati e che,

talvolta, generano assurde contraddizioni, come quello che l’utilizzo stesso degli utili generi

automaticamente incrementi tariffari.

A tal proposito l’Assessore Perra afferma che, per intervenire sulla tariffa, è necessario rivedere il

calcolo dei costi operativi e ritiene, d’accordo con quanto denunciato da noi denunciato, che si

debba procedere ad un ricognizione sui canoni valutando attentamente quanti mutui sono ancora

effettivamente attivi. Questo è un impegno che l’Amministrazione porterà avanti con l’inizio del

dibattito sulla fine delle concessioni previsto per il 2021; questo sarà un intervento che porterà ad

una significativa riduzione della tariffa anche del 25%.

Le Associazioni preso atto dell’impegno assunto, sollecitano una immediata e più incisiva iniziativa

per contenere il più possibile, ulteriori aumenti tariffari e agire anche nei confronti dell’Autorità

nazionale per correggere e adeguare quegli aspetti regolatori che stanno producendo gli effetti

distorsivi denunciati; ribadiscono l’importanza di un sempre più forte e coerente ruolo delle

Amministrazioni locali che, essendo maggioranza nelle società di gestione, devono comunque

adempiere innanzitutto al ruolo di rappresentanza e di ascolto delle istanze dei cittadini utenti.

Wind: Aumento delle tariffe per promuoverne altre. La finta trasparenza del libero mercato.

Wind insiste e ci riprova, questa volta sono le utenze mobili prepagate a rischiare un nuovo aumento.

Si tratta dei clienti “All Inclusive” a cui Wind aumenterà l’offerta di un importo pari a 1,50€/mese in cambio di 1Giga in più, passando da una tariffazione di 28 giorni ad una di 30.

Come al solito l’unica possibilità lasciata agli utenti è quella, un po’ inconsistente, di recedere dal contratto senza costi.

Ciò che stupisce è che contestualmente all’aumento di questa tariffa All Inclusive la Wind promuova una nuova e “vantaggiosa” offerta che viene venduta sotto il nome di All Inclusive Summer Edition al costo di 12 euro ogni 28 giorni, cioè allo stesso prezzo a cui era venduta la All Inclusive prima dell’aumento.

Già in passato abbiamo assistito allo stesso tipo di manovre da parte di altre società del settore delle Telecomunicazioni come Tim e Vodafone, ma evidentemente i provvedimenti messi in atto dalle Autorità competenti non hanno scoraggiato queste pratiche incomprensibili e poco trasparenti.

Federconsumatori ritiene che queste manovre di mercato generino grande confusione e incertezza tra i consumatori e come già in passato fatto, chiede alle Autorità del settore un maggiore controllo e delle misure che disincentivino con fermezza questo tipo di procedure che svantaggiano i consumatori e per garantire la tutela di un buon mercato.

Voragine sul Lungarno Torrigiani: sotto accusa Publiacqua.

Tutti dicono di volere accertare le responsabilità. Bene . Lo si faccia seriamente e velocemente. Chi ha subito danni deve essere risarcito.

Non si può tacere che a fronte di tariffe tra le più alte in Italia e agli utili, 29 milioni di euro 2015, non si faccia la manutenzione necessaria per escludere questi eventi. Non solo sarebbe importante che i Comuni che in questi anni si sono divisi il 60% degli utili, il resto va al socio privato, rimettessero quelle risorse nel sistema idrico e non le utilizzassero per altri scopi.

A breve sarà ridiscusso il sistema tariffario. Fuori da ogni logica pensare ad un loro incremento.

Industria: crollo del fatturato. Un segnale allarmante che conferma quanto sia ancora lontana la ripresa. Necessario investire risorse pubbliche in un piano per l’occupazione e lo sviluppo.

Industria: crollo del fatturato. Un segnale allarmante che conferma quanto sia ancora lontana

la ripresa. Necessario investire risorse pubbliche in un piano per l’occupazione e lo sviluppo.

 

Il crollo del fatturato dell’industria registrato dall’Istat rappresenta l’amara conferma di quanto sosteniamo da tempo: è del tutto prematuro parlare di ripresa.

La contrazione del fatturato a marzo del -3,6% è un dato importante, che non va sottovalutato.

Se unito alla contrazione dei consumi avvenuta in questi anni (10,7% dal 20112 al 2014, con una diminuzione complessiva della spesa delle famiglie di circa 78 miliardi di Euro) ed all’andamento ancora altalenante dell’occupazione (che segna livelli estremamente preoccupanti specialmente per quanto riguarda il versante giovanile), ci si rende conto nettamente di come il sistema economico ancora arranchi dietro ad un rilancio che tarda ad avviarsi.

“Per questo è urgente ed indispensabile che il Governo si impegni concretamente nell’avvio di investimenti per lo sviluppo e la crescita. Quegli investimenti che stentano ad arrivare da privati poco coraggiosi e lungimiranti.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

Un rilancio che non può prescindere da una ripresa sul fronte occupazionale, per creare nuovi redditi ed alleggerire il carico delle famiglie, che attualmente rappresentano le uniche forme di welfare impegnate a sostenere figli e nipoti disoccupati.

Tutte le risorse pubbliche devono convergere nell’avvio di un piano di sviluppo, anche ricorrendo alla vendita del 10% delle riserve auree. Solo attraverso un Piano Straordinario per il Lavoro – basato su investimenti per lo sviluppo tecnologico e la ricerca, per la realizzazione di opere di messa in sicurezza di scuole e ospedali e di modernizzazione di infrastrutture, reti e trasporti, nonché per lo sviluppo e la valorizzazione dell’offerta turistica nel nostro Paese – sarà possibile imprimere una vera svolta alla nostra economia ed innescare una nuova fase di crescita.

Vaccini: Giusta la richiesta dell’Antitrust di trasparenza su costi e prezzi.

 

Vaccini: Giusta la richiesta dell’Antitrust di trasparenza su costi e prezzi dei vaccini.

Ok intervenire sulle criticità rilevate in termini di concorrenza e di disponibilità di prodotti tradizionali e innovativi . Non solo logiche di mercato corrette ma soprattutto obiettivi e interventi per la salute.

L’Antitrust avvia una indagine conoscitiva su “I mercati dei vaccini ad uso umano”, rilevando alcune criticità sul piano della concorrenza.

Nel dettaglio sottolinea la necessità di “scelte mediche univoche e trasparenti”. Questo perché i cittadini hanno il diritto di essere informati sulla reale necessità, sulle caratteristiche e sugli eventuali rischi di ogni vaccinazione.

La salute ed il benessere dei cittadini deve prevalere su qualsiasi logica “di mercato” relativa a questo delicatissimo ambito.

In attesa del nuovo piano di prevenzione vaccinale è necessario chiedere, ma soprattutto ottenere trasparenza, informazione, accesso ai dati.

Federconsumatori rimane in attesa di conoscere le risposte che Parlamento, Governo e Regioni hanno la responsabilità di fornire alle richieste di:

– modificare e semplificare la normativa per passare dai vaccini obbligatori e raccomandati ai vaccini essenziali, con particolare attenzione all’obiettivo della sostituibilità tra prodotti destinati a prevenire una stessa malattia,

– politiche sanitarie e scelte mediche trasparenti e mirate a determinare una domanda corretta e soprattutto risposte adeguate alla esigenze di salute dei cittadini del nostro Paese

– rendere possibile la conoscenza e garantire l’espressione consapevole e informata del consenso.

Istat: il perdurare della crisi incide su ogni aspetto della nostra economia. Rilanciare l’occupazione è la prima risposta per gettare i presupposti di una vera ripresa.

Il quadro rilevato oggi dall’Istat presenta molti tratti rilevanti.

“Il sistema di protezione sociale italiano è tra quelli europei uno dei meno efficaci.”

“L’andamento dei prezzi è molto debole e quello del lavoro è incerto.”

Ben “2,2 milioni di famiglie vivono senza redditi da lavoro”.

“I minori sono i soggetti che hanno pagato il prezzo più elevato della crisi in termini di povertà e deprivazione, scontando un peggioramento della loro condizione relativa anche rispetto alle generazioni più anziane. L’incidenza della povertà relativa per i minori, che tra il 1997 e il 2011 aveva oscillato su valori attorno all’11-12%, ha raggiunto il 19% nel 2014.”

“Più che delle rilevazioni statistiche sembra un bollettino di guerra.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.

L’elemento che emerge, con chiarezza, da tutti i dati è unico e inequivocabile: il perdurare della crisi.

Una sorta di rumore di fondo che accompagna e disturba lo sviluppo del Paese.

Per questo è fondamentale agire per creare nuova occupazione e rilanciare la crescita.

Il lavoro rappresenta, ancora una volta, la chiave di volta per innescare una nuova fase di ripresa: l’Istat recita, infatti, che “la spesa pensionistica comprime il resto dei trasferimenti sociali.” Se si creasse nuova occupazione anche il fondo dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale tornerebbero ad essere adeguatamente rimpinguati, in maniera sufficiente ad assicurare un sistema di protezione sociale degno di questo nome.

Se il tasso di disoccupazione si attestasse al 6%, con i contributi di chi passerebbe da disoccupato ad occupato il fondo pensionistico avrebbe un incremento di circa 15 miliardi di Euro, così come emerge da una ricerca dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori.

Per questo è più urgente che mai un Piano Straordinario per il Lavoro che, in assenza di investimenti provenienti dal settore privato, stanzi le risorse necessarie a:

– lo sviluppo tecnologico e la ricerca;

– la realizzazione di opere di messa in sicurezza di scuole e ospedali;

– la modernizzazione di infrastrutture, reti e trasporti;

– l’avvio di un programma per lo sviluppo e la valorizzazione dell’offerta turistica nel nostro Paese. Creare occupazione e operare una redistribuzione dei redditi sono le vere priorità del Paese, di cui l’Italia ha bisogno per uscire veramente dalla crisi. Una necessità che riguarda soprattutto il Mezzogiorno dove, tutti i dati sopra citati, peggiorano nettamente, segnando una situazione di grave emergenza sociale a cui il Governo è chiamato a dare risposte.

Più diritti, meno sprechi”: Confesercenti e Federconsumatori insieme per la tutela di cittadini e imprese ed il rilancio di commercio e turismo

Un nuovo fondo di garanzia per la tutela dei viaggiatori; ma anche uffici di conciliazione imprese-consumatori, un’app contro frodi e abusivismo online, ed una piattaforma per la vendita scontata, a fine giornata, dei prodotti alimentari deperibili: un modo per aiutare le persone in difficoltà e per contrastare gli sprechi, che in Italia fanno finire ogni anno oltre 35 miliardi di euro di alimenti nella pattumiera. Sono alcune delle iniziative previste dall’intesa sottoscritta da Confesercenti e Federconsumatori per la tutela dei cittadini e delle imprese commerciali e turistiche. Il protocollo sarà presentato alla stampa

Mercoledì 25 maggio alle ore 11.30

Presso la sede di Confesercenti Nazionale,

Via Nazionale 60 Roma

L’intesa nasce dalla convinzione condivisa da Confesercenti e Federconsumatori che un maggior impegno a favore dei diritti dei consumatori e delle imprese e nel contrasto di abusivismo e sprechi non possa che avere un effetto positivo anche sulla fiducia e sui consumi degli italiani, ancora a terra dopo una crisi che ha bruciato circa 60 miliardi di spesa delle famiglie.

L’iniziativa di Confesercenti e Federconsumatori si muove dunque all’interno di un quadro condiviso nel quale i consumatori e gli imprenditori sono chiamati a svolgere un ruolo di coprotagonisti sui temi di interesse e di attualità per una moderna struttura commerciale, turistica e dei servizi: dai problemi legati a sicurezza e trasparenza e sicurezza ai pagamenti elettronici e al dialogo tra imprese e consumatori, fino alla costruzione di indicatori di valutazione della “customer satisfaction” e alla previsione di fondi di garanzia che intervengono a tutela delle buone prassi economiche tra imprese e consumatori.

Alla conferenza di presentazione interverranno il Presidente di Confesercenti Nazionale Massimo Vivoli ed il Presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti. Prevista inoltre la partecipazione di Gianni Rebecchi, presidente nazionale di Assoviaggi, Davide Trombini, Presidente Fiesa-Assopanificatori, e Martino Landi, Presidente di Faib Confesercenti.

 

Roma 20 maggio 2016