Telefonia: i nostri timori sull’aumento dei costi per i clienti Tim/Telecom sono diventati realtà.

Già dallo scorso anno Federconsumatori ha espresso molteplici preoccupazioni in merito ai cambiamenti ed alle modifiche unilaterali delle tariffe messe in atto da parte di Tim/Telecom nell’ambito della propria trasformazione aziendale.
Le nostre perplessità derivano dalla più che fondata possibilità che tutti i cambiamenti messi in atto si trasformino in costi maggiori a carico degli utenti. Teniamo infatti presente che:

• il pagamento mensile della bolletta porta sia un raddoppio dei costi per il pagamento del bollettino di c/c postale che un beneficio finanziario per l’azienda;

• il cambio del piano tariffario finalizzato alla soppressione del canone per chi ha solo la linea telefonica provoca un aumento dei costi, soprattutto per coloro i quali (si pensi in particolare agli anziani) vedono nella linea fissa una sicurezza, anche senza farne frequente utilizzo;

• i contributi di attivazione (da 39€ fino a 90€) applicati ai clienti che non scelgono la domiciliazione bancaria denotano ancora una volta una scarsa attenzione verso chi ha meno familiarità con queste metodologie e preferisce il pagamento diretto;

• la scelta di ricevere la fattura cartacea e non tramite posta elettronica comporta un costo a carico dell’utente di 2 € in più al mese.

A tutto questo si aggiunge un costo a carico dell’utente di 2 € in più al mese per ricevere la fattura cartacea e non tramite posta elettronica. E’ vero che una minore produzione di fatture cartacee può essere un importante tema di attenzione e sensibilità ambientale, tuttavia riteniamo che l’azienda non abbia scelto la via giusta per promuovere l’utilizzo della posta elettronica. La scelta di penalizzare economicamente chi sceglie di ricevere la fattura in forma cartacea si traduce infatti in maggiori oneri per una vasta parte della popolazione italiana. Sarebbe invece molto più coerente e corretto proporre una riduzione dei costi a chi riceve la fattura via mail.
Si tratta di un’operazione che con ogni evidenza è orientata al mercato e alla clientela non solo tecnologicamente più avanzata ma anche economicamente più remunerativa. Tuttavia così l’azienda tiene sempre meno conto delle necessità della fornitura di un servizio universale con una spesa accessibile a tutti: proprio per questo Federconsumatori continuerà a contrastare impostazioni come del genere, palesemente inique.
Ai cittadini segnaliamo che in caso di variazioni unilaterali ci sono 30 giorni di tempo (dal momento in cui il gestore comunica le modifiche all’utente) per recedere dal contratto e passare ad altro gestore.

Trasporti: Pendolaria 2015 fotografa un Paese a velocità differenti tra Nord e Sud. La vita dei passeggeri è sempre più difficile, tra treni vetusti e tagli ai servizi.

È stato presentato questa mattina a Napoli il Rapporto Pendolaria 2015 di Legambiente. Il dossier presenta l’immagine di un Paese che viaggia sempre di più a velocità differenti tra Nord e Sud. Da una parte assistiamo al successo di treni moderni e veloci con un’offerta sempre più ampia e articolata che si muovono tra Salerno, Roma, Torino e Venezia, e dall’altra la progressiva riduzione dei treni Intercity e dei collegamenti a lunga percorrenza su tutte le altre direttrici nazionali, dove si è rimasti fermi agli anni Ottanta come tempi di percorrenza”. Al quinto posto, infatti, tra le 10 peggiori tratte ferroviario d’Italia, si trova quella ionica Reggio Calabria-Taranto. “L’età media dei treni in Calabria – riporta lo studio – è di oltre 21 anni. Circolano, infatti, convogli con carrozze vetuste, con porte guaste e senza aria condizionata. E ancora, spesso si verificano problemi ai finestrini ed ai servizi igienici, ritardi e soppressioni treni sono troppo vecchi. In Italia attualmente sono circa 3.300 i treni in servizio nelle regioni con convogli di età media pari a 18,6 anni, con differenze però rilevanti da regione a regione. Dal 2010 a oggi, complessivamente, si possono stimare tagli pari al 6,5% nel servizio ferroviario regionale proprio quando nel momento di crisi è aumentata la domanda di mobilità alternativa più economica rispetto all’auto, anche se con differenze tra le diverse regioni. Tra il 2010 e il 2015 il taglio ai servizi ferroviari è stato pari al 26% in Calabria, 19% in Basilicata, 15% in Campania, 12% in Sicilia. Mentre il record di aumento del costo dei biglietti è stato in Piemonte con +47%, mentre è stato del 41% in Liguria e del 25% in Abruzzo e Umbria, a fronte di un servizio che non ha avuto alcun miglioramento. Manca totalmente una regia nazionale rispetto a un tema che non può essere delegato alle Regioni senza controlli. Rispetto al 2009 le risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 25% con la conseguenza che le Regioni, a cui sono state trasferite nel 2001 le competenze sui treni pendolari, hanno effettuato in larga parte dei casi tagli al servizio e aumento delle tariffe. A causa dei treni vecchi”. Sono circa 3 milioni le persone che ogni giorno utilizzano i treni per raggiungere i luoghi di lavoro o studio. Le ragioni della situazione che vivono i pendolari sono chiare. Manca totalmente una regia nazionale. Rispetto al 2009 le risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 25% con la conseguenza che le Regioni, a cui sono state trasferite nel 2001 le competenze sui treni pendolari, hanno effettuato in larga parte dei casi tagli al servizio e aumento delle tariffe.

Renault: ritirati 15.000 veicoli non ancora in commercio. Chiediamo massima trasparenza e controlli su tutte la case automobilistiche.

È di oggi la notizia del richiamo di 15.000 veicoli Renault non ancora messi in commercio “per una verifica e una corretta regolazione, affinché il filtraggio funzioni” in tutte le condizioni termiche.
A fare l’annuncio è stata la stessa Segolene Royal ai microfoni di una radio, a seguito della convocazione della casa automobilistica da parte del ministero dell’Ambiente Francese.
Un controllo doveroso, che richiama l’attenzione sull’urgenza di un programma di controlli e verifiche che coinvolga tutti i costruttori.
Non si deve ripetere ciò che è accaduto con il Dieselgate Volkswagen.
Per questo è necessario mettere in campo tutte le misure preventive utili a fare chiarezza sulle emissioni e sul rispetto di tutti i limiti imposti per la doverosa salvaguardia dell’ambiente.
I cittadini chiedono la massima trasparenza, ma soprattutto vogliono conoscere con esattezza se e quanto il veicolo in loro possesso si discosta dalle prestazioni promesse in termini di consumi ed emissioni.
“Se si riscontrasse un nuovo fenomeno di manomissione o incoerenza sarebbe un danno gravissimo, non solo per chi ha acquistato le automobili, ma soprattutto per l’ambiente e la salute pubblica, contro i quali interverremo con vertenze e tutele legali.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.

Acqua, Associazioni Consumatori: Publiacqua chiarisca aumenti. Necessario pagare solo quanto effettivamente consumato.

Federconsumatori Toscana, Adiconsum Toscana e Adoc Toscana hanno inviato a Publiacqua e all’Autorità Idrica Toscana una lettera per “esprimere la nostra profonda insoddisfazione e preoccupazione in merito a quanto sta avvenendo relativamente all’invio da parte di Publiacqua di bollette contenti aumenti tariffari e richiesta di relativi conguagli per non aver pagato servizi di fognatura e depurazione negli ultimi 5 anni”. Secondo le associazioni dei consumatori ci sono “incongruenze e anomalie che andranno attentamente verificate”, mentre c’è stata “poca informazione sulla pianificazione e progettazione degli impianti di depurazione data ai cittadini, che sono chiamati a pagare servizi non effettivamente resi, ma spesso solo programmati e nemmeno iniziati o completati alla data di oggi”. Le associazioni chiedono quindi di essere convocate dall’Ait “per avere finalmente una chiara e dettagliata informazione dei criteri con cui si è arrivati alla richiesta di adeguamento tariffario”.

Si allega lettera di Adiconsum , Adoc e Federconsumatori.

Chiarimenti sul canone RAI

La legge di stabilità 2016, approvata il 22 Dicembre scoso, stabilisce che il canone Rai si pagherà nella bolletta elettrica, a partire dal 1 Luglio 2016.

Si tratta di un cambiamento significativo, a fronte del quale sono ovviamente ed a ragione, tanti i consumatori che chiedono alla nostra Associazione dettagli sulle modalità me sulle condizioni del pagamento. Visto che non tutti i contratti di energia elettrica corrispondono al possesso di un televisore, i cittadini si interrogano su chi dovrà effettivamente pagare.

Inoltre nei singoli casi possono intervenire molte variabili: si pensi ad esempio alle seconde case, oppure ad una situazione in cui il titolare dell’abbonamento non corrisponda all’intestatario del contatore di energia.

In attesa dei decreti attuativi e/o circolari esplicative che dovranno chiarire molteplici dubbi e definire con prcisionetutte le possibili casistiche, vogliamo fornire agli utenti alcune delucidazioni:

1. L’importo del canone RAI è stato ridotto a 100€ e la tassa verrà automaticamente addebitata sul contratto di energia elettrica nel luogo in cui il contribuente ha la propria residenza anagrafica. Il pagamento del canone è dovuto solo per la prima casa e una sola volta nella famiglia,a una condizione naturalmente che i coniugi e i figli siano tutti residenti nello stesso immobile. Nel caso in cui i coniugi abbiano la residenza in due immobili differenti, il canone verrà addebitato su entrambe le bollette elettriche. lo stesso dicasi per i figli: se questi cambiano residenza dovranno pagare il canone nell’immobile in cui hanno un’utenza di energia elettrica (anche in caso di locazione o comodato d’uso).

2. Lo Stato presume la presenza di almeno un apparecchio televisivo in ogni abitazione di residenza, quindi qualora non si detenesse alcun apparecchio si dovrà presentare l’apposita autocertificazione all’Agenzia delle Entrate, valida per un anno: eventuali dichiarazioni mendaci saranno punite penalmente! Le modalità di presentazione dell’autocertificazione devono essere ancora definite da un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate. Nella legge di stabilità non si fa riferimento al possesso di altre forme digitali di accesso alle trasmissioni televisive. Consigliamo di evitare di inviare comunicazioni anticipate: è preferibile attendere chiarimenti normativi o comunque eventuali richieste da parte dell’Agenzia delle Entrate.

3.Il canone si pagherà in bolletta il 1 Luglio 2016 e comprenderà anche le rate dei mesi precedenti, quindi si pageranno 70,00€, dopodichè le rate saranno dilazionate in piccoli importi da 10€ ciascuno fino ad arrivare al totale di 100€. Dal 2017 invece il canone sarà suddiviso in 10 rate, addebitate nella bolletta elettrica nei mesi da Gennaio a Ottobre. Chi ha un contratto di fornitura di energia elettrica per un impegno di potenza superiore a 3KW pagherà il canone allo stesso modo di chi ha impieghi di potenza inferiori, sempre in relazione all’immobile di residenza. Nulla cambia per il momento, rispetto alle comunicazioni di variazioni intervenute nel corso dell’anno: dichiarazione alla’Agenzia delle Entrate per cessioni, cmbi di residenza, furti (allegare denuncia), decesso dell’abbonato. La norma non prevede sanatorie nè preclusioni per eventuali arretrati che andranno in prescrizione nei 5 anni.

Inoltre è prevista l’esenzione per gli over 75 con un reddito complessivo inferiore a 6713,98 €.

Gli uffici, gli e gli esercizi commerciali continueranno a pagare la stessa quota degli anni precedenti, tramite ilv bollettino postale e non in bolletta.

SALVA BANCHE: Illegittimi i collegi arbitrali composti da CONSOB e BANKITALIA

I truffati di Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, CariChieti che hanno subito ingenti danni da Consob, Bankitalia e dallo Stato, con il decreto del Governo che ha anticipato il cd. bail-in, ci pensino molto bene prima di aderire ad arbitrati, i cui collegi saranno composti dagli stessi fiduciari delle contigue autorità vigilianti corresponsabili dell’esproprio criminale del loro sudato risparmio.

Aderire a formule subdole, composte dagli stessi fiduciari di Bankitalia e Consob le cui omesse vigilanze hanno prodotto l’esproprio criminale, che pregiudica persino il diritto costituzionale di adire l’autorità giuiziaria penale e civile in caso di soccombenza, comporta rischi così elevati che potrebbe aggiungere al grave danno, una ben architettata beffa.

Adusbef e Federconsumatori, che continuano a ritenere umiliazioni inaccettabili le elemosine arbitrali proposteai più bisognosi con metodi assurdi ai risparmiatopri espropriati, prima dipinti come accaniti speculatori delle veline dei banchieri, colpevoli di aver riposto fiducia nelle loro banche, poi sottoposti a gogne mediatiche con accuse di non essere informati ed inviati a colmare la propria ignoranza di natura bancaria con corsi accelerati di educazione finanziaria, tenuti dagli stessi carnefici e dai loro complici, alla stesas stregua di scippati e derubati incolpevoli di non essere esperti di arti marziali di autodifesa, tornano a chiedere risarcimenti integrali da parte di Bankitalia e Consob, i cui costi sno nettamente inferiori ai gravissimi danni reputazionali e di fiducia inferti da Troika, BCE e Cleptocrazia UE al risparmio tutelato in Italia dell’art.47 della Costituzione, che evocheremo nei ricorsi doverosi contro i cd. bail-in e salva banche.

 

Rosario Trefiletti – Elio Lannutti

BPEL, Federconsumatori Toscana: “Responsabili Consob, Bankitalia e amministratori. Adesso tutelare i risparmiatori”

Ingannati ma non rassegnati: sotto questo slogan la Federconsumatori Toscana racchiude i più di 1.700 risparmiatori che si sono affidati nelle mani della Banca Etruria e che hanno visto i loro risparmi, tutti o buona parte, andare in fumo. Il presidente dell’associazione di categoria Giuseppe Minigrilli e la responsabile degli sportelli di Empoli e Certaldo Consuelo Giunta hanno indetto una conferenza oggi, lunedì 11 gennaio, alla Cgil di Empoli, in preparazione dell’assemblea pubblica ad Avane di mercoledì 13, alle 15.

“Ci stiamo attivando – esordisce Minigrilli – con assemblee pubbliche per riunire i risparmiatori e capire chi ha sbagliato, visto che le vittime sono più che note”. Nell’Empolese Valdelsa si parla di più di 230 cittadini a rischio, senza considerare quali potranno rientrare nelle misure governative per riottenere parte del patrimonio.

Le responsabilità

Minisgrilli: “Sicuramente una parte della colpa ce l’ha la Consob, che doveva identificare i rischi dei prodotti messi sul mercato e non l’ha fatto. Si parla di una probabilità tra il 54 e il 60 % di riottenere il capitale investito per i bond emessi da Banca Etruria nel periodo considerato a rischio, tra il 2010 e il 2012″.

Ma non solo: “La Banca d’Italia doveva sì sovrintendere al sistema ma le inchieste stanno mettendo in luce il fatto che dopo le ispezioni del 2013 bisognava stoppare l’emissione di nuovi bond. E infine si sente parlare anche degli amministratori: non si arriva al fallimento per grazia ricevuta. Anche nel cda, tra i sindaci revisori, le società di controllo: tutti loro risponderanno in sede penale”. Minisgrilli accenna anche al comitato segreto che secondo le inchieste avrebbe identificato quali finanziamenti concedere e quali negare senza verbalizzare gli atti.

Le azioni di Federconsumatori

E Federconsumatori cosa fa? “Nel nostro intento non c’è solo la lettera di diffida con la messa in mora per ottenere i risarcimenti. Vogliamo parlare al governo per evitare le rigide griglie che potrebbero negare la speranza a molti obbligazionisti. Vogliamo parlare ai risparmiatori affinché possano avere durante l’arbitrato tutte le informazioni necessarie. E vogliamo parlare della riforma del sistema bancario, che dovrà assolutamente avere un comitato di tutela dei consumatori”. Una lettera è stata scritta a Roberto Nicastro, presidente delle quattro nuove banche sotto osservazione, affinché la situazione possa essere risolvibile in tempi brevi e con giustizia.

Passato e futuro del sistema bancario

Cirio, Parmalat, bond argentini: parole che fanno ancora male a pronunciarle e che sembrano non essere servite a prevenire altri disastri nel mondo finanziario. “La Costituzione italiana ci chiede di tutelare il risparmio, in America ci sono autorità di questo tipo, dobbiamo farne anche noi”, afferma Minigrilli.

Come vede Federconsumatori il futuro delle banche italiane: “Ne abbiamo 22 sotto ispezione. Il problema è che il bail in permette di salvarle con soldi pubblici. E in tutto ciò i cittadini sono ignari. Per ora la nostra priorità è di aiutare chi è stato danneggiato da Banca Etruria”.

BPEL: Federconsumatori Toscana incontra i cittadini il 12-13-15 Gennaio

La vicenda dei risparmiatori di Banca Etruria “si sta trascinando da 50 giorni senza una soluzione accettabile”: è il giudizio di Federconsumatori Toscana che ha promosso, all’indomani della approvazione del decreto costituente le Nuove Banche, “una serie di iniziative tese a tutelare i cittadini che da quel decreto avevano visto azzerare in parte o per intero i loro investimenti”. “La raccolta della documentazione necessaria a definire i profili di investimento e di rischio dei singoli cittadini è necessaria per rivendicare con forza ciò che è stato inconsapevolmente estorto con l’ inganno e talvolta con forme truffaldine”, dice Federconsumatori.

“La decisione del governo di attivare forme di arbitrato per la soluzione delle controversie in questione , non ci convince , ma ribadiamo comunque la necessità di concordare modi, criteri, tempi per la restituzione di ciò che è stato perso”, si legge in una nota in cui Federconsumatori Toscana annuncia l’avvio di “incontri con i cittadini coinvolti a partire dal giorno 12 gennaio a Livorno presso la sede della Cgil alle ore 16 , poi il giorno 13 gennaio a Empoli presso il Circolo Arci di Avane (via di Avane 72 ) , ed il giorno 15 ad Arezzo alle 17 nei locali della Camera di Commercio.

Risparmiatori truffati: presentati esposti a 9 Procure della Repubblica

Adusbef e Federconsumatori hanno inviato ieri (4 Gennaio 2016) 9 esposti di denunce alle Procure di Roma, Firenze, Ancona, Arezzo, Chieti, Macerata, Ferrara, Pesaro, Milano, contro il presidente Vegas ed alti dirigenti Consob, corredati da un atto di citazione del 27 luglio 2013.

Veri e propri atti di intimidazione, se non pure rappresaglie, come la sanzione subita da Adusbef nel dicembre 2009 dalla Consob, per aver denunciato assieme con Federconsumatori alla magistratura penale, il grave pericolo per imprese ed enti locali dei derivati finanziari ‘tossici’ appioppati dalle banche; o la citazione in sede civile, firmata dal presidente della Consob Giuseppe Vegas, un vero atto confessorio probatorio, con richiesta risarcitoria per diffamazione a mezzo stampa, perché come si legge nell’atto di citazione del 27 luglio 2013: “Da maggio 2011, Elio Lannutti si è fatto artefice di una violentissima campagna denigratoria nei confronti della Consob, volta ad ingenerare nel pubblico l’opinione di un’Autorità che esercita contra legem, le funzioni di vigilanza al fine di difendere gli interessi dei soggetti vigilati, e non invece, come dovrebbe essere, al fine di assicurare l’osservanza della legge, che è collusa con taluni operatori del mercato finanziario colpevoli di gravi illeciti penalmente rilevanti e che, in ogni caso, interviene con negligente ritardo, in guisa da non essere in grado, per l’intenzionale e criminosa collusione con chi delinque ovvero per l’imperizia dei suoi componenti, di custodire l’interesse al corretto funzionamento del mercato finanziario e di tutelare gli investitori….Strumento della campagna diffamatoria, meticolosamente orchestrata da Elio Lannutti….sono stati i numerosi comunicati stampa diffusi nella qualità di presidente Adusbef, Associazione per la difesa degli utenti dei servizi bancari e finanziaria (ente non riconosciuto quale persona giuridica, le plurime dichiarazioni oltraggiose…”.

Siamo stati accusati da Vegas di aver messo in guardia i risparmiatori dal sottoscrivere prodotti rischiosi e di difendere gli scenari probabilistici, che offrivano nei prospetti informativi, di poter conoscere quante possibilità di rischio ci potessero essere nelle obbligazioni bancarie. In particolare un comunicato del 23 maggio 2011, firmato da Adusbef e Federconsumatori, ripreso da Repubblica il 24 luglio 2011, dal titolo: Vegas: bond bancari senza prospetto”. Via libera prima dell’estate ai prodotti più semplici. Lannutti: legalità violata”, sono la prova provata della volontà di abrogare i prospetti informativi per poter piazzare bond bancari agli ignari risparmiatori e che rendevano meno dei titoli di Stato, che testualmente recitava:

Dopo la bozza di regolamento sui derivati, ancora più oscura, vessatoria e meno trasparente di una sacrosanta informativa agli Enti locali, il cui approccio probabilistico risk-based sulle reali probabilità di perdita o guadagno della sottoscrizione del derivato, è stata trasformata da posticce analisi di sensitività chiamate in gergo “Wath-if”, per assecondare i desiderata dell’Abi e delle banche, la Consob di Vegas supera se stessa, con la promessa di eliminare i prospetti informativi per le obbligazioni bancarie, proseguendo sulla strada di una legalità violata e calpestata con il concorso dei distratti controllori. Poiché le banche italiane detengono il record in Europa della raccolta bancaria per mezzo delle proprie obbligazioni che pesano per il 38% del totale, pari al 10% delle attività finanziarie delle famiglie italiane; che tra il 2006 e il 2009 sono stati appioppati ai piccoli risparmiatori 350 miliardi di bond bancari, oltre 200 miliardi in più dei titoli venduti agli operatori professionali, con uno stock complessivo di bond bancari pari ad 800 miliardi di euro, con oltre 100 miliardi a scadenza nel 2011 solo per le prime 5 banche che nessun risparmiatore vuole sottoscrivere per l’evidente rischiosità e per la totale assenza di fiducia, e poiché i rendimenti sono stati (dicembre 2010) ad un tasso medio dell’1,48%, contro l’1,57% dei Bot; il 2,59% dei Cct ed il 4,55% dei Btp,5%, la Consob succursale dell’Abi, promette di emanare un regolamento per esentare i banchieri dall’obbligo del prospetto. Mentre il mondo e l’Europa impongono nuove e più stringenti regole per limitare l’avidità dei banchieri ad emettere prodotti nocivi appioppati al pubblico dei risparmiatori frodati e rapinati allo sportello, il presidente Vegas, annuncia ad un convegno dell’Abi che la Consob deciderà presto, prima dell’estate, di autorizzare le banche a emettere obbligazioni del tipo plain vanilla (quelle con meno rischio e più semplici) senza la pubblicazione del prospetto informativo, come uno dei primi passi della nuova filosofia della Consob per un approccio meno formalistico e volto alla limitazione della quantità di regole per il settore finanziario”.

Il comunicato del 23 maggio 2011, diffuso da Adusbef, dal titolo, Banche: Consob sempre più succursale Abi ed interessi dei banchieri. Contrariamente Spagna, manca capacità indignarsi contro le banche, proseguiva:

“Vegas quindi, invece di segnare una discontinuità della Consob, con i suoi primi atti rende ancor più prona la funzione della Commissione agli esclusivi interessi dei banchieri, consolidando la sua funzione ad una succursale dell’Abi, le cui porte girevoli con lo scambio dei direttori (Giuseppe Zadra e Giovanni Sabatini), dovrebbe suscitare scandalo ed indignazione dai silenti ‘puristi’ del mercato, con l’evidente finalità di far appioppare bond bancari che nessuno vuole, agli ignari risparmiatori. Prima o poi arriverà anche in Italia quel vento di indignazione che ha spirato dalla Puerta del Sol, nel cuore di Madrid, dove giovani auto convocati, ai quali i banchieri collusi con la politica e le autorità vigilanti hanno scippato il futuro, per protestare contro le vergognose connivenze, vere e proprie complicità di Autorità pseudo indipendenti da parte di milioni di “indignados”, ai quali banche e banchieri hanno rubato l’avvenire”.

Adusbef e Federconsumatori, ritenendo che i comportamenti della Consob nel collocamento di bond bancari rischiosissimi, azzerati con il decreto del Governo agli obbligazionisti di Banca Marche, Popolare Etruria,CariFerrara e Carichieti, senza contare il pericolo imminente sulle altre obbligazioni subordinate circolanti, pari a 60.5 miliardi di euro, 33 mld dei quali in mano al pubblico retail, siano stati di una inaudita gravità, tali da concretizzare oltre alla truffa anche alcuni reati associativi in combutta con le banche, hanno chiesto alle Procure di valutare e verificare tutti i comportamenti dell’alta dirigenza della Consob e del suo Presidente Giuseppe Vegas. Infine di svolgere tutte le indagini che l’A.G. riterrà opportune e necessarie circa il comportamento delle persone coinvolte nella vicenda denunciata, alfine di verificare l’eventuale sussistenza di fatti costituenti reato posti in essere in danno di decine di migliaia di risparmiatori espropriati dei propri beni tutelati dall’art.47 della Costituzione, già per i reati p.e p. dagli artt. 81, 640 e 646 c.p., con le aggravanti di cui all’art. 61 nn. 7 e 11 c.p., e/o per gli altri differenti reati che la S.V. ravvisi nei fatti sopra descritti. Con espressa istanza di punizione degli eventuali responsabili per i reati che si riterranno configurabili e sussistenti a loro carico. Si fa espressa riserva di costituirsi parte civile nell’instaurando procedimento penale anche al fine di contribuire alla affermazione della penale responsabilità dei suddetti soggetti. Si chiede di ricevere avviso di eventuale richiesta di archiviazione ex art. 408 c.c.p.

Il 12 Gennaio presidio a Roma davanti alla CONSOB

Dopo la grande partecipazione ed il grande seguito della manifestazione del 22 Dicembre in via Nazionale non si fermano le iniziative di Federconsumatori, Adusbef ed il comitato “Vittime del Salva Banche”.

“Tutti i responsabili saranno chiamati all’appello. Dopo le proteste a Montecitorio, davanti alle banche coinvolte e a Bankitalia, stavolta sarà il turno della Consob. Colpevole anch’essa di mancata vigilanza su una situazioneche ha mandato in fumo i risparmi di migliaia di cittadini indotti ad acquistare prodotti finanziari ad alto rischio senza la dovuta informazione.”

I cittadini hanno diritto a vedersi rimborsare le somme che hanno perso a cuasa della scorrettezza dei comportamenti delle banche e della “distrazione” delle autorità che avrebbero dovuto vigilare. Non ci accontenteremo di soluzioni parziali ed insoddisfacenti palliativi.

Per questo il 12 Gennaio alle ore 10:00 abbiamo indetto un presidio di fronte alla Consob, in piazza Verdi a Roma.

Invitiamo tutti i cittadini coinvolti, ma anche tutti coloro che desiderano esprimere solidarietà per questa gravissima vicenda, a prendere parte alla manifestazione per far sentire la propria voce e richiamare la Consob alle proprie responsabilità.

L’obiettivo che ci siamo prefissati non è soltanto quello di vedere risarcite tutte le vittime, ma anche fart sì che quanto accaduto non si ripeta mai più. Questo sarà possibile solo grazie ad un’attenta ed effettiva vigilanza, nonchè all’adozione di normative e provvedimenti efficaci per superare l’asimmetria informativa fra chi investee chi propone l’investimento.